Ancona-Osimo

Da Ancona a Roma per incontrare Papa Francesco: l’avventura di dieci viaggiatori speciali

Lungo il percorso, le visite ad alcuni Centri di eccellenza sulle disabilità sensoriali e le Unità spinali. Nell'itinerario, Ancona, il Parco del Conero, Osimo, Filottrano e Fabriano

Uno degli scorsi viaggi di Free Wheels (foto per gentile concessione dell'associazione)

ANCONA – Dal 18 al 29 maggio, dieci viaggiatori, di cui sei con esigenze di mobilità e due ipovedenti, affronteranno in sedia a rotelle, bicicletta o tandem un percorso da Ancona a Roma che ricalca il peregrinare di San Francesco e il suo messaggio di essenzialità. Dopo undici tappe che attraversano tre regioni, Marche, Umbria e Lazio, l’arrivo a San Pietro, dove incontreranno Papa Francesco all’udienza del mercoledì.

È questa l’avventura di Alessio di Santa Maria di Sala (Venezia), Ignazio di Scicli (Ragusa), Samuele di Sulbiate (Monza-Brianza), Angiolino di Sommacampagna (Verona), Dario di Padova, Giulia di Spilimbergo (Pordenone), Josimare di Bergamo, Mara e il marito Tiziano di Vigodarzere (Padova) e Pietro di Somma Lombardo (Varese).

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Lungo il percorso, i viaggiatori visiteranno alcuni Centri di eccellenza sulle disabilità sensoriali e le Unità spinali di diverse città, tra cui quella di Ancona, per incontrare le persone con lesioni midollari e dare loro un messaggio di speranza: la vita non si ferma anche se le gambe non possono muoversi. Un messaggio che è alla base di Free Wheels, organizzazione di volontariato che promuove questo cammino in partnership con l’associazione NoisyVision.

Pietro Scidurlo, presidente di Free Wheels, è arrivato poco fa ad Ancona. Alla conferenza di oggi (18 maggio), pure l’arcivescovo della Diocesi di Ancona-Osimo, Angelo Spina e le massime autorità regionali, tra cui l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini che rimarca il grande valore dell’evento per la promozione dell’«autonomia e dell’inclusione sociale».

 «Ringrazio le Marche che hanno fatto un grande sforzo per ospitarci – evidenzia il presidente Scidurlo – L’ospedale regionale di Torrette, la Lega del Filo d’Oro e il Museo Omero sono le vostre eccellenze, andatene fieri». Sarà la regione Marche il primo scenario di questa avventura: da Ancona a Marischio passando per il Parco Regionale del Conero, Camerano, Aspio Terme, San Biagio, Osimo, Filottrano, San Paolo di Jesi, Cupramontana, San Isidoro, Domo, Poggio San Romualdo, Albacina-Borgo Tufico, Dante Campo dell’Olmo e Fabriano, per un totale di 140 chilometri. I viaggiatori, che si muoveranno in ogni condizione climatica, sia su strade asfaltate che su sterrati, saranno ospitati e sostenuti da varie realtà del territorio.

Chiediamo se abbiano incontrato difficoltà a trovare dei cammini accessibili. D’altronde, molti di loro sono disabili. Ma il presidente precisa sulla terminologia: «ˊDiversamente abileˊ è una parola obsoleta e un po’ offensiva – dice Scidurlo – Preferisco dire ˊpersone con disabilitàˊ. Bisogna mettere prima il concetto di persone, è importante. Altrimenti, si cestina ogni sforzo di far riconoscere le persone in primis come individui».

«Ad ogni modo – prosegue – Non conosco la situazione dei cammini nelle Marche ma abbiamo trovato percorsi molto accessibili sfruttando anche i percorsi asfaltati. Come progettista di itinerari accessibili, posso dire che creare cammino accessibile dipende molto dall’approccio del costruttore. Va compreso che il nostro obiettivo, il ruolo maieutico di costruire itinerari accessibile, non è stendere lingue di cemento nei parchi delle Marche, ma sfruttare le vie accessibili che un territorio mette a disposizione. Laddove non esiste una struttura sentieristica accessibile, esistono magari strade asfaltate che permettono di raggiungere luoghi che persone con esigenze di accessibilità non potrebbero visitare. Non è importante dove mettiamo i piedi, quando dare la possibilità anche alle persone con esigenze di accessibilità di visitare luoghi e comunità che altrimenti non potrebbero vedere».

Sale l’emozione per l’incontro con il Pontefice: «Vogliamo chiedere a Papa Francesco di far sì che questo Giubileo sia più accogliente verso tutti, di renderlo un’esperienza trasversale per persone che hanno esigenza di accessibilità a vario titolo».

Una tappa degli scorsi viaggi (foto per gentile concessione Free Wheels)

I viaggiatori attraverseranno città e borghi su strade, piste ciclabili, cammini e sentieri. Sei di loro si muovono in sedia a rotelle, grazie a un propulsore elettrico (chiamato Klick) agganciato alla carrozzina, che consente di affrontare anche i terreni off-road; altri due sono ipovedenti e si danno il cambio a metà strada (uno percorre il tratto Ancona-Assisi e l’altro Assisi-Roma), scambiandosi il testimone a bordo di un tandem a guida assistita, che condivideranno con un ciclista; un altro ciclista partecipa all’avventura con il compito, quando necessario, di fare da apripista.

La chiave del viaggio ˊSui passi di Francesco, in cammino per l’accessibilità e la paceˊ, vuole insomma richiamare l’attenzione sul pellegrinaggio inclusivo e accessibile. L’idea di questo viaggio itinerante nasce da Free Wheels, organizzazione di volontariato impegnata a diffondere il turismo lento per tutti, sia stimolando amministrazioni e privati a rendere accessibili percorsi, strutture e servizi sia aiutando le persone a capire che il “non ce la posso fare” costituisce spesso la barriera più grande.

L’associazione ha già organizzato due traversate con viaggiatori a mobilità ridotta in Emilia-Romagna (2022) e in Veneto (2023) mettendo in luce la bellezza, l’accoglienza e l’accessibilità dei territori. Quest’anno è affiancata da NoisyVision, associazione dedicata alle disabilità sensoriali – tra cui l’ipovisione e l’ipoacusia – molto attiva nel promuovere un cambiamento di mentalità e nel proporre esperienze che consentano a tutti di espandere i propri orizzonti, organizzando iniziative come cammini e uscite in barca a vela, con l’idea di creare comunità inclusiva dove la disabilità non è un limite ma un valore, una risorsa.

Le due associazioni condividono i valori dell’accessibilità e del benessere interiore derivato dal cammino. Scidurlo, in sedia a rotelle dalla nascita, nel 2012 ha percorso il Cammino di Santiago in hand-bike, esperienza illuminante che l’ha portato a scrivere la Guida al Cammino di Santiago per tutti (Terre di mezzo Editore), tuttora l’unica guida in Europa a un cammino integralmente accessibile. «Ogni anno ci scontriamo con difficoltà organizzative che derivano dalla scarsità di strutture e servizi accessibili, in particolare per gruppi. Eppure è ormai evidente che l’accessibilità apre le porte anche a tante persone che non hanno disabilità e possono alimentare un circuito di turismo lento prezioso per l’economia del territorio e per il benessere degli individui. Noi insistiamo a proporre queste esperienze di itineranza in gruppo perché è importante che le persone con esigenze di accessibilità possano vivere non solo il cammino ma anche la condivisione».

Il fondatore di NoisyVision è invece Dario Sorgato, viaggiatore, blogger e scrittore con l’ambizione di «colorare il mondo di giallo, che è non solo il colore più visibile per le persone ipovedenti ma è simbolo di quella solarità che deriva dall’aprirsi ad altri modi di essere. L’eterogeneità del gruppo, la complessità delle storie personali, la necessità di mettere insieme tutto questo per andare avanti tappa dopo tappa – spiega – costruiscono sul campo accettazione reciproca. Cioè inclusione. Senza inclusione non c’è accessibilità. Per questo le nostre visioni sono complementari».

I due esponenti del turismo lento sono convinti che «l’esperienza di convivenza quotidiana, di condivisione dei momenti critici ed esaltanti, del superare insieme le difficoltà che si vivono nel Cammino come nella vita troveranno nella capacità di fare inclusione il segreto della perfetta letizia che Francesco d’Assisi indicò mille anni fa e che Papa Francesco ci ricorda oggi. La stessa strada che può portarci alla pace».

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