ANCONA – «Sono preoccupatissimo per l‘aumento del 25% sul valore reale di tutti i prodotti dell’agroalimentare presenti nella lista soggetta a dazi. I nostri produttori rischiano di finire in ginocchio, all’interno di una situazione congiunturale già di per sé complessa, per via della Brexit, della probabile crisi del mercato tedesco e delle contro-sanzioni russe, che hanno quasi azzerato i fatturati del nostro agroalimentare verso quel Paese». Così il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, commenta la lista dei prodotti italiani colpiti dai dazi imposti dagli Stati Uniti.
Tra i prodotti colpiti dalla tariffa, pecorino, liquori, prosciutti cotti. «La mancata applicazione dei dazi sull’olio extravergine e sul vino italiano non ci soddisfa, anche se riguarda due comparti leader dell’agroalimentare marchigiano», prosegue Sabatini.
Il presidente Sabatini ha annunciato di essere «in contatto con le associazioni di rappresentanza del mondo agricolo marchigiano, con l’obiettivo di concordare, a livello nazionale, ogni iniziativa che possa evitare un disastro economico, con la perdita prodotti di qualità, imprenditori eccellenti e un numero significativo di posti di lavoro».
«Sono favorevolissimo a misure di reciprocità: se gli americani mettono dazi ai nostri prodotti agroalimentari, l’Europa ha il dovere di fare altrettanto con tutti i brand che importiamo dagli Stati Uniti», prosegue.
«Siamo preoccupati perché i prodotti colpiti dai dazi rimangono comunque tanti – ha sottolineato Tommaso Di Sante, rappresentante del settore Agricoltura in seno alla giunta della Camera di Commercio delle Marche – Di conseguenza, va richiamata l’attenzione della politica, anche perché metta in campo azioni concrete di sostegno ai produttori ingiustamente colpiti».
QUALCHE DATO – Quello americano è il secondo mercato di riferimento per l’agroalimentare delle Marche e ha un trend nettamente positivo: nel corso del 2018, l’export ha toccato quota 22,9 milioni (+27,3%), mentre nei primi sei mesi dell’anno è cresciuto del 26,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a quota 13,8 milioni.