ANCONA – «Imporre una teoria ideologica sulla sessualità è veramente ributtante, non può passare e se posso fare una previsione, credo che questo testo non passerà in Aula». Così il capogruppo di Fratelli d’Italia Marche Carlo Ciccioli sul Ddl Zan il disegno di legge contro l’omotransfobia, approdato nell’Aula del Senato per la discussione, dopo un lungo periodo di impasse.
Una legge che divide il mondo della politica con Pd e 5 Stelle da un lato che ne chiedono l’approvazione tal quale e dall’altro la Lega e Fratelli d’Italia che ne chiedono la modica, e sul quale è intervenuta la Chiesa per chiederne una modifica per quanto concerne le iniziative nelle scuole.
«Mi sembra che questo Parlamento sia vittima di una sorta di furore ideologico – prosegue Ciccioli -. Il decreto Zan non è certo l’emergenza del momento, che ci sia bisogno di una revisione di alcune norme di legge è una evoluzione del diritto, ma che poi si prenda per questo alcuni fatti per imporre una teoria ideologica sulla sessualità è veramente ributtante».
Ciccioli si dice convinto che «nel segreto del voto su una legge che non è di schieramento, ma di costume, una legge civile, non può passare il testo attualmente richiesto dal Pd e che è sostenuto solo da una parte del partito e solo da una parte dei 5 Stelle, e che vede avverso, sul piano dei numeri, la maggior parte dei singoli parlamentari».
Il nodo maggiore che per l’ex deputato rappresenterà il vero ostacolo all’approvazione è rappresentato «dall’attribuzione autoreferenziale della sessualità. Credo che le leggi del diritto naturale siano le più importanti e quindi debba essere la natura che stabilisce i termini di una legge e non certo decisioni di tipo razionalistico di alcune correnti di pensiero politico».
Secondo Ciccioli «ci sono leggi che già proteggono» mentre è piuttosto «un problema di cultura, di costume e nel tempo una impostazione culturale che protegge anche la diversità è una cosa che più che normata dalla legge, appartiene alla coscienza collettiva di un popolo e di una Nazione».
Diametralmente opposto il parere della consigliera regionale dei dem Anna Casini. «Sono assolutamente a favore del Ddl Zan – afferma la già vicepresidente della Regione Marche nella passata legislatura -. A chi chiede che si possono apportare delle modifiche dico va benissimo, ma questi sono princìpi sacrosanti che vanno ribaditi e ben venga il decreto».
Secondo Casini, in un periodo segnato dalla pandemia con il lockdown che hanno imposto alle persone Lgbtq di dover restare chiuse fra le pareti domestiche, magari con famiglie che non accettano il loro orientamento sessuale e identità di genere, è importante «ribadire i diritti, un no netto e chiaro alla violenza».