Ancona-Osimo

Ddl Zan, Sebastianelli del Popolo della Famiglia Marche: «Hanno prevalso le coscienze sulle ideologie e i diktat di partito»

Presa di posizione del Popolo della Famiglia nelle Marche dopo lo stop al disegno di legge contro l'omotransfobia al Senato. Intanto Arcigay Ancona annuncia un'assemblea pubblica

Senato della Repubblica (foto da Wikipedia)

ANCONA – «Il Ddl Zan è morto perché con il voto segreto hanno prevalso le coscienze sulle ideologie e i diktat di partito. E la coscienza, chi la ascolta lo sa, ti invita a fare sempre la cosa giusta. Una legge liberticida, come il Ddl Zan, non poteva essere approvata». Così Fabio Sebastianelli del Popolo della Famiglia Marche dopo lo stop al provvedimento avvenuto il 27 ottobre in Senato.

Il provvedimento si era arenato a Palazzo Madama con l’approvazione della proposta di non passaggio all’esame degli articoli del testo (la cosiddetta “tagliola”) presentata da Lega e Fratelli d’Italia. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, ha incassato 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti. Si tratta di una procedura prevista a livello parlamentare, che se viene approvata è in grado di condizionare la sorte di un provvedimento stoppandone l’iter corrispondendo ad una bocciatura.

Il Ddl Zan, appoggiato da Pd, M5s e Leu, e avversato dal centrodestra, puntava a modificare gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale e o identità di genere, estendendo agli episodi d’odio fondati sull’omofobia e la transfobia i reati del codice penale, aggiungendo la discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Secondo il Popolo della Famiglia «nel centrosinistra, c’è la corsa ad addossare le colpe, chi al centrodestra chi a Italia Viva» per lo stop al disegno di legge, ma riprendendo le parole del leader nazionale del movimento, Mario Adinolfi, Sebastianelli spiega che il disegno di legge rappresentava un «Ddl liberticida che avrebbe riportato indietro l’Italia».

Adinolfi ha dichiarato: «Saremmo ritornati alle leggi fascistissime del 1925 in cui per gli oppositori politici si prevedeva scioglimento dei partiti e carcere. Questo prevedeva il Ddl Zan ai danni di chi si fosse opposto alla piattaforma Lgbt». «Abbiamo vinto per la libertà di tutti, inclusi gli Lgbt» spiega, aggiungendo che ora «si deve ritornare in Parlamento a discutere delle vere priorità del Paese: lavoro, abbattimento dei folli aumenti dei costi per la vita delle famiglie, denatalità, assistenza alle fasce più deboli a partire da disabili, malati, anziani a cui non si può proporre come soluzione il suicidio. Quella contro l’eutanasia sarà la prossima grande battaglia del Popolo della Famiglia».

Intanto oggi è arrivata la presa di posizione di Arcigay Comunitas Ancona che annuncia per sabato pomeriggio 30 ottobre ad Ancona una assemblea pubblica sul tema.