ANCONA – «Non ho nessuna intenzione di violare la norma, ma sono totalmente d’accordo con l’Anci e il comune di Ancona partecipa alla battaglia dell’associazione per cambiare la legge». È la presa di posizione della sindaca Valeria Mancinelli rispetto alla disobbedienza civile annunciata da alcuni sindaci sul Decreto Sicurezza.
«L’applicazione del decreto sicurezza e immigrazione pone un serio problema – spiega la Mancinelli – costringe in clandestinità coloro che fino a ieri godevano di un sistema di protezione specifico, ovvero la protezione umanitaria. Quest’istituto scompare con il decreto Salvini, e circa 40mila persone in tutta Italia finiscono in mezzo alla strada, perché altri diritti di cittadinanza non ne hanno e perché nessuno è in grado ad oggi di garantire loro un rapido rimpatrio. Il pericolo di peggiorare la vita di tutti, delle persone destinatarie del decreto e dei cittadini di molti quartieri, è dunque alto e per questo l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), di cui fanno parte amministrazioni di varia estrazione politica, si sta battendo per cambiare la norma e per trovare con il governo una soluzione sostenibile. Il Comune di Ancona che, lo ricordo, ha votato un ordine del giorno su questo tema, è totalmente d’accordo con l’Anci e partecipa alla battaglia dell’associazione per cambiare la legge».
«Nel frattempo – continua – la legge è vigente e un sindaco deve gestirne le conseguenze. Il mio lavoro è anche quello di occuparmi delle persone e per questo provvediamo ai bisogni di tutti, ogni giorno, senza sosta e senza troppi proclami. Lo facciamo sia dialogando con la Regione, che ha la titolarità sull’assistenza sanitaria, sia con le associazioni e gli operatori del nostro territorio, che oggi formano una rete solida e bene organizzata». La Mancinelli chiarisce: «Non ho nessuna intenzione di violare la norma o meglio costringere un funzionario pubblico a farlo. Nessuno mi tiri per la giacca su questo. Perché sarebbe costringere un dipendente pubblico a commettere un reato, mentre il politico si limiterebbe a fare la sua battaglia, appunto politica. Ciò è inaccettabile. Come Sindaco, e come cittadina di questo Paese, esprimo il mio forte disappunto per l’utilizzo propagandistico, spesso in tutto lo spettro politico, che si fa di un tema complesso, drammatico, a volte tragico, come quello dell’immigrazione. Se stessimo di più sulla sostanza dei problemi, senza disperdere troppe energie, forse qualche strada migliore la troveremmo».