ANCONA – L’assessore Paolo Marasca risponde a Italia Nostra che ha giudicato “ridicola” la proposta dell’Amministrazione sui dehors. La giunta ha infatti approvato un atto di indirizzo che esprime la volontà di indire un bando per la manifestazione di interesse aperto agli esercenti, proprietari dei locali davanti alla Fontana del Calamo, che avranno la possibilità di occuparsi «del restauro, della pulizia e della vigilanza del monumento», secondo progetti autorizzati dalla Soprintendenza. In cambio, agli operatori che si prenderanno cura della fontana, sarà consentito tenere i dehors «per l’intero periodo dell’anno con l’esclusione del solo mese di gennaio», si legge nell’atto di indirizzo passato in giunta, e di «ampliare lo spazio pubblico a propria disposizione nei modi e nelle quantità che verranno determinati dalla Soprintendenza», per il periodo dal primo maggio al 31 ottobre di ogni anno.
«Mi duole intervenire – dichiara l’assessore Marasca – per rispondere a un’associazione titolata e importante, che evidentemente ha ritenuto più urgente uscire sulla stampa che approfondire dieci minuti l’argomento che stava trattando. Per prima cosa, quindi, vanno fatte alcune precisazioni. L’atto di indirizzo della Giunta arriva dopo un dialogo costante con la Soprintendenza, in cui quest’ultima ha espressamente considerato plausibile l’estensione temporale dei dehors degli operatori intenzionati a collaborare alla valorizzazione e alla manutenzione della Fontana del Calamo. Durante questi colloqui la Soprintendenza non ha parlato di estensione spaziale né nessuno ha mai parlato di cambiare i criteri dei dehors. La delibera di Giunta ha le maglie larghe di un atto di indirizzo ma non sancisce nulla, perché sarà il bando, non ancora scritto, a stabilire tutto. Un bando che sarà scritto dal Comune e dalla Soprintendenza che, Italia Nostra ci insegna, rappresenta appunto il Ministero. Proprio perché l’ultima parola sulle concessioni da fare è della Soprintendenza, l’atto di indirizzo non si arroga il diritto di mettere paletti. La Soprintendenza ha le competenze e le qualità per farlo, e per indirizzare il bando comunale, cosa della quale la ringraziamo. Tanto rumore per nulla quindi? Non proprio».
Infatti, «duole anche rilevare come un’associazione che ha a cuore monumenti e luoghi culturalmente rilevanti tenda a contrapporre il Comune al Ministero nelle sue comunicazioni, anche laddove Comune e Ministero agiscono serenamente e di comune accordo per garantire tutela, fruizione e valorizzazione di un bene. E soprattutto duole rilevare come un’associazione con cui abbiamo la fortuna di portare avanti una serie di progetti sia così distante dall’indirizzo nazionale di costruire, finalmente nel nostro Paese, una serie di formule di tutela e valorizzazione delle migliaia di siti di rilevante interesse culturale presenti in Italia, formule che sono rese possibile esclusivamente dal lavoro comune di enti pubblici, associazioni accreditate e operatori privati.
L’istituzione dell’art bonus; l’avvio di nuove forme di sponsorizzazione (come quella che permetterà il restauro del Giuramento degli anconetani, con finanze private, presentata appunto a Palazzo Madama dal Ministro Franceschini); la sensibilizzazione, graduale ma per fortuna progressiva, di molti operatori che si rendono conto di avere nell’opera d’arte un valore aggiunto, purché questa sia trattata con rispetto; l’attenzione dei privati dovrebbero essere colte come una grande vittoria da un’associazione che da decenni si occupa di proteggere, custodire, tutelare e valorizzare i beni culturali. Sono tutti segnali di una consapevolezza maggiore, frutto sicuramente anche del lavoro di Italia Nostra e di altre associazioni. Invece, si coglie dalle righe del comunicato di Italia Nostra, una sorta di elitaria protezione del proprio campo d’azione, incomprensibile, e anzi deleteria dal momento che tale campo d’azione è assolutamente spropositato e ha bisogno dell’intervento di tutti. In conclusione: non esiste ancora il bando, ed è inutile discutere dei suoi criteri, dato che ancora non hanno visto la luce. I criteri saranno indicati dalla Soprintendenza, cui solitamente e giustamente associazioni come Italia Nostra fanno riferimento e si appellano. I concetti sottesi al comunicato dell’associazione ci paiono intrisi di una diffidenza e quasi di una divisione in generi sociali (commercianti vs amanti dell’arte? E perché? ) che vanno superati in nome degli obiettivi supremi, la coscienza della bellezza che ci circonda e la nostra responsabilità nei confronti di essa».