ANCONA- Il fenomeno migratorio è importante ma non preoccupante e, se ben gestito, può essere fattore di crescita. È quanto emerge dalla presentazione del Dossier statistico immigrazione 2017, illustrato quest’oggi (26 ottobre) nella sede della Regione Marche. I relatori, tra i quali Giovanni Santarelli, Emmanuele Pavolini e Vittorio Lannutti, hanno invitato a guardare all’immigrazione come a uno dei fattori chiave dello sviluppo umano, sociale, demografico ed economico non solo dei Paesi del Sud del mondo ma anche per i Paesi di destinazione.
«Quando si parla di immigrazione, in Italia si concentra l’attenzione sui flussi non programmati, cioè sugli sbarchi nel sud del Paese e la successiva ripartizione sul territorio nazionale. Si trascura il fatto che il nostro paese ha una lunga esperienza di accoglienza e nel tempo gli stranieri si sono integrati con la società dando contributo all’economia- afferma il Vice Prefetto di Ancona, Clemente Di Nuzzo-. Preoccupa che l’immigrazione dal Medio Oriente non sia adeguatamente gestita. Il problema centrale è l’accoglienza accompagnata dal rispetto delle regole. La collettività teme mancanza di regole. Da gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia 111.240 migranti. Nello stesso periodo lo scorso anno erano 157.012. Si registra quindi un calo del 29,15%. La situazione rispetto allo scorso anno è mutata grazie ad un’azione forte intrapresa dal Ministero ovvero, gli accordi con la Libia per limitare le partenze da quell’area geografica. Fino a luglio di quest’anno la situazione era complessa. Al 30 giugno gli arrivi erano 80mila, la stima era di 200mila alla fine del 2017. Dal mese di luglio invece, il quadro è cambiato radicalmente. Ci sono stati 11mila arrivi contro gli oltre 20mila dell’anno precedente».
LE MARCHE- Per quanto riguarda le Marche, nel dossier emergono aspetti importanti. Il primo dato che balza all’occhio è che diminuiscono i residenti stranieri. Nel 2016 il calo è di circa 4mila unità rispetto al 2015 e di 9 mila unità rispetto al 2014. Nel 2015 i residenti stranieri erano infatti 140.341, 136.199 nel 2016. Diminuisce anche l’incidenza degli stranieri sul totale dei residenti che passa dal 9,1% del 2015 al 8,9% del 2016 tornando al di sotto del 9%, cosa che non succedeva dal 2011 quando era 8,7%. Ad ogni modo l’incidenza resta superiore rispetto alla media nazionale che è del 8,3%. Il numero è sceso anche per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di oltre 8mila persone. Anche le nascite di bambini stranieri sono in calo: si passa infatti da 1.917 a 1.752. Diminuisce pure il numero dei cancellati che in un anno passano da 21.402 a 20.492.
Per quanto riguarda le fasce d’età, la più rappresentativa è 30-44 anni (33%) seguita da 45-64 anni (24,5%), infine i minorenni (19,4%). Le donne rappresentano il 55% dei residenti stranieri. Ancona è la provincia dove è concentrato il maggior numero di residenti stranieri (43.350) seguita da Macerata (31.0209, Pesaro-Urbino (30.100), Fermo (17.770) e Ascoli Piceno (13.959). Ma per quanto riguarda l’incidenza, è la provincia di Fermo che mantiene il primato con il 10,2 stranieri ogni 100 residenti. Oltre la metà degli stranieri presenti nelle Marche sono europei (55,7%), soprattutto romeni (19,1%) e albanesi (12,3%). Gli asiatici rappresentano il 19,8%: i cinesi sono il 7,1%. Gli africani sono meno del 20%, marocchini in maggioranza (8%), mentre gli americani rappresentano poco più del 7%. Gli stranieri titolari di permesso di soggiorno sono in maggioranza europei.
Anche questa parte della popolazione, soprattutto under 35, ha risentito del calo dell’occupazione, specie nei settori costruzioni, servizi ricettivi e commercio. Per gli immigrati sono quindi peggiorate le aspettative occupazionali. Se diminuiscono i dipendenti, aumentano gli imprenditori stranieri, soprattutto nel maceratese. Nel 2016, nelle Marche rifugiati e richiedenti asilo sono stati 4.683 ovvero, 3 ogni mille abitanti della regione. Al 31 marzo 2017 sono stati accolti nelle Marche 4.482 immigrati, di cui 3.718 ospitati in strutture temporanee e 764 nell’ambito dei progetti Sprar. Nel corso del 2016, gli inserimenti Sprar richiesti dalle Prefetture e dai Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria)- sono stati 399 mentre i minori non accompagnati accolti sono stati 45. Per quanto riguarda la lotta alle discriminazioni, la Regione Marche insieme a sei organizzazioni regionali, porta avanti il progetto finanziato dal fondo Fei, “No.Di -No Discrimination”. In corso nel comune di Ancona è invece il progetto “La Mediazione sociale a abitativa nell’edilizia pubblica”.
ACCOGLIENZA PROVINCIA DI ANCONA- «L’accordo con la Libia che ha permesso di frenare il fenomeno degli sbarchi ha consentito di organizzarci e ora la situazione è meglio gestibile. Il Comune di Ancona che nei mesi più difficili si è fatto maggior carico dell’accoglienza di rifugiati, ora è sceso di 100 unità– spiega il Vice Prefetto di Ancona, Clemente di Nuzzo-. Nella provincia di Ancona c’è un buon grado di distribuzione dei comuni che accolgono: su 47 accolgono in 30 e speriamo di poter aggiungerne altri. Questo è dovuto al lavoro del Prefetto D’Acunto e dell’Anci, fino ad un anno e mezzo fa i comuni che accoglievano erano solo 14. Nell’anconetano è privilegiata l’accoglienza diffusa (80%) piuttosto che quella collettiva come invece avviene nella città di Arcevia. C’è grande attenzione al rapporto tra ospiti e cittadinanza. Sulle quasi 5.000 persone che accogliamo in tutta la regione, ci sono stati casi limitati di problemi di convivenza, poi risolti. Il binomio regole e solidarietà è il modo corretto per gestire il fenomeno dell’immigrazione. È forte l’unione di intenti tra Governo, Prefettura e enti. Con la legge Minniti Orlando vengono potenziate le commissioni che valutano lo status di rifugiato rendendo più veloci le procedure e c’è un maggior controllo delle espulsioni».