Ancona-Osimo

Diritto allo studio e sistema carcerario: un incontro ad Ancona

Il convegno nell’Aula Magna di Agraria, nel polo Monte Dago di Ancona. Gli ospiti, Carmelo Musumeci e Salvatore Striano

Università Politecnica delle Marche

ANCONA – Giovedì 18 aprile 2024, alle ore 16.30, l’Università Politecnica delle Marche avvierà un’importante riflessione sul rapporto fra diritto allo studio e sistema carcerario. Lo farà con un convegno nell’Aula Magna di Agraria, nel polo Monte Dago di Ancona. L’obiettivo è quello di condividere con tutta la comunità, sia universitaria che cittadina, i percorsi che UnivPm ha intrapreso per contribuire al benessere dell’intera società. 
 
L’incontro, moderato dal professor Nunzio Isidoro, referente Attività di Formazione Universitaria in carcere, rientra fra le attività che l’Ateneo intraprende per il territorio e per il sociale. «Dalla didattica, alla ricerca e alla terza missione l’Ateneo è fortemente impegnato nel dedicare le proprie energie per costruire una realtà sostenibile – afferma il rettore Gian Luca Gregori – dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Su quest’ultimo aspetto, la sostenibilità sociale, si concretizza il convegno che vuole essere un momento di serio approfondimento per riuscire a comprendere quali sono i nuovi strumenti e le azioni più innovative per rendere sempre più accessibile il diritto allo studio».
 
Al convegno verrà dato ampio spazio agli ospiti Carmelo Musumeci e Salvatore Striano. Carmelo Musumeci è nato nel 1955 ad Aci Sant’Antonio (CT) e, condannato all’ergastolo, ha scontato oltre 27 anni di carcere prima di ottenere la libertà vigilata e in seguito l’estinzione della pena. Entrato in carcere nel 1991 con licenza elementare, oggi ha tre lauree in Scienze Giuridiche, in Giurisprudenza e in Filosofia. Ha scritto numerose pubblicazioni e libri, con contributi, tra gli altri, di Erri De Luca e Margherita Hack.

Salvatore Striano è nato e cresciuto nei Quartieri Spagnoli di Napoli e a sette anni ha abbandonato la scuola iniziando una vita da giovane criminale fino a diventare uno dei leader delle “Teste matte”. Nel carcere di Rebibbia, ha incontrato il teatro ed iniziata così la sua formazione professionale come attore ed il suo amore per la lettura. Oggi si definisce “artista socialmente utile” dato che continua a lavorare nelle scuole, nelle università e nelle carceri per combattere delinquenza, bullismo, uso di droghe e abbandono scolastico. Ha raggiunto la fama di attore di cinema grazie a Gomorra di Matteo Garrone (2008) e Cesare deve morire dei fratelli Taviani (Orso d’oro a Berlino nel 2012).

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