ANCONA – Domani, 10 dicembre a partire dalle 17 in live streaming sul sito di KUM!, nuovo appuntamento con KUM! Cantiere, la serie di incontri dedicati alla comunità educante durante la pandemia a cura di Jonas Ancona, sede territoriale dell’associazione fondata nel 2003 da Massimo Recalcati.
In “Curare l’inguaribile, imparare dalla pratica” Elena Veri e Filippa Calafati si confrontano, insieme alla moderatrice Monica Carestia, sul rapporto disabilità e scuola in questo momento di difficoltà dovuto alla pandemia.
“Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche dalla capacità di assicurare alle persone con disabilità inclusione, pari opportunità, diritti e partecipazione a tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica”. Sono le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella dedicate alla Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità celebrata nei giorni scorsi.
KUM! Festival affronta l’argomento forte dell’esperienza di questi anni accanto alle insegnanti dell’Istituto alberghiero Einstein Nebbia di Loreto da cui è nata l’idea della cooperativa “Lavoriamo Insieme” maturata poi nel progetto MicaMole, il servizio di somministrazione, bar e catering che impegna alla Mole Vanvitelliana di Ancona ragazzi con bisogni educativi speciali e i loro straordinari insegnanti. Tra loro c’è Filippa Calafati, insegnante di sostegno dell’IIS Nebbia di Loreto che metterà la sua esperienza a confronto con la pratica psicanalitica di Elena Veri, membro del consiglio di Jonas Italia e responsabile di Jonas Como. Moderatrice Monica Carestia, Responsabile di Jonas Ancona.
Avere a che fare con la disabilità è avere a che fare con l’irreparabile. Chi vive questa esperienza, riparte ogni giorno dalla singolarità del soggetto e dall’irrimediabilità della differenza. Il trauma della pandemia appare in un contesto che ha già dimestichezza con la domanda cruciale: cosa fare della nostra impotenza? Vivere un legame individuale, sociale e professionale al fianco di una persona con disabilità, significa lavorare con la propria impotenza, lungo una strada che ad ogni momento rischia di confondersi con l’abuso, la suggestione, la ghettizzazione. Per gli operatori (psicoanalisti, insegnanti, educatori) il rischio inevitabile è quello di cadere nell’abitudine e nella frustrazione.
È necessario quindi porsi delle domande scomode, per provare a capire l’insanabile e a realizzare in pratica uno spazio di creatività, sperimentando il piacere e il gusto di imparare dalla disabilità. Come vivere al fianco delle persone disabili? Come creare luoghi di scambio, tessere legami affettivi, risvegliare la creatività? Cosa fare della propria impotenza? Ha senso investire energie, tempo e denaro nella cura dell’irreparabile? Che valore hanno le loro vite?
Informazioni su www.kumfestival.it