ANCONA – A scuola, al lavoro, in famiglia. Sono ancora molti, troppi, gli ambiti dove si verificano discriminazioni per orientamento sessuale. Si è parlato di questo stamane al seminario formativo “DIRITTI ALLA META. Azioni Comuni per il contrasto delle discriminazioni per orientamento sessuale, identità di genere, in ambito sociale, sanitario, lavoro, giuridico e nei percorsi migratori”.
L’incontro tenutosi nella sala dell’ex consiglio comunale di Ancona, è stato organizzato dall’Ufficio della Consigliera di Parità per la provincia di Ancona, in collaborazione con l’Associazione ESNA – Consulenze di Genere Onlus, la Cooperativa COOSS Marche e l’Associazione Equity.
Obiettivo informare, sensibilizzare e attivare sul territorio azioni adeguate e necessarie a contrastare ogni forma di violenza e discriminazione per orientamento sessuale ed identità di genere nelle sue più svariate manifestazioni. Nonostante i passi avanti compiuti in Italia con le Unioni Civili, l’omofobia colpisce ancora con forza in molti ambiti, specie sul luogo di lavoro.
A dirlo sono i dati di una ricerca condotta dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali che ha evidenziato come il 20% delle persone in cerca di impiego o occupate, ritiene di aver subito discriminazioni nell’ambito del lavoro. Discriminazione che arriva al 29% quando coinvolge persone transgender. Non solo, oltre il 67% degli omosessuali o transessuali dichiara di aver percepito atteggiamenti negativi o discriminatori in relazione all’orientamento sessuale (ricerca del 2013).
«Un fenomeno che esiste ma che è sottostimato – precisa Pina Ferraro Fazio, Consigliera di Parità effettiva della provincia di Ancona – nell’ambito della mia attività sono giunti alla mia attenzione vari casi di discriminazioni per orientamento sessuale nel luogo di lavoro. Un fenomeno che ha una radice culturale molto complessa e dove la richiesta di aiuto fa fatica ad emergere anche perché ci sono pochi presidi di tutela e supporto sul territorio, e c’è poca attenzione verso queste tematiche e le loro conseguenze». Arma spesso utilizzata per deridere e aggredire fisicamente o verbalmente chi ha un orientamento sessuale diverso, l’omosessualità è al centro del bullismo nelle scuole e dell’impossibilità degli adulti di inserirsi nel contesto sociale. Ma anche la famiglia è foriera di discriminazioni e violenze: ancora oggi ci sono genitori che cacciano di casa un figlio perché omosessuale. Una discriminazione che distrugge e annienta psicologicamente chi ne è vittima, portandola all’isolamento e ad una sofferenza terribile.
Un atteggiamento che trova radice nel pregiudizio e nella convinzione che l’omosessualità sia “contro natura”.
Eppure le normative a questo riguardo ci sono. La Direttiva europea n. 2000/78/CE vieta questo tipo di discriminazioni. Una norma che è stata recepita anche dall’ordinamento italiano con il Decreto legislativo n. 216/2003.
«L’articolo 3 della Costituzione considera le pari opportunità un diritto di ogni essere umano per il raggiungimento del pieno sviluppo della persona umana e per l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese – sottolinea la consigliera di parità – ma poi è difficile applicare questo principio e facciamo fatica a mettere in pratica iniziative, azioni concrete, qualcuno ancora tende a glissare su questo tema. Tuttavia siamo molto soddisfatti delle numerose adesioni che abbiamo ottenuto per questo seminario».
L’iniziativa ha ottenuto vari patrocini tra cui quello dell’Assessorato Pari Opportunità della Regione Marche, della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, del Comune di Ancona, dell’Ordine degli Psicologi delle Marche, dell’Ordine Assistenti Sociali delle Marche, dell’Ordine degli Avvocati di Ancona e del Garante dei Diritti di Adulti e Bambini delle Marche, oltre al supporto di realtà associative del territorio regionale, come l’Arcigay Agorà Pesaro Urbino, la Rete Chegender e Agedo Marche,
La presidente della Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche, Meri Marziali, ha rinnovato l’impegno della commissione contro ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale. «Dovremmo sempre riconoscere il diritto altrui – ha detto – come valore da difendere per garantire veramente le pari opportunità». Rinnovato anche l’impegno di mettere mano alla Legge Regionale 8/2010 che regola le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, «per darle concreta applicazione».
Discriminazioni nelle Marche si registrano anche nell’ambito sanitario per chi vuole iniziare un percorso di transizione volto a cambiare genere sessuale, ma «anche il semplice reperimento di informazioni è difficoltoso – evidenzia Pina Ferraro Fazio – qualche anno fa una modifica alla legge regionale 8/2010 prevedeva in tal senso interventi che ad oggi fanno fatica a diventare realtà. Per questo come consigliera di parità ho deciso di attivare un percorso virtuoso con alcune realtà del terzo settore di questa provincia che ha portato alla sottoscrizione di un “accordo di cooperazione” per promuove il raccordo e la messa in rete di quanto già presente ed operante nel territorio marchigiano allo scopo di combattere la violenza e le discriminazioni di genere, in ambito pubblico, privato e all’interno del mercato del lavoro, sviluppando procedure di intervento e protocolli operativi che permettano un’efficace integrazione nelle azioni concrete di ciascun organismo territoriale».
L’Accordo, sottoscritto tra la Consigliera di Parità effettiva della provincia di Ancona, le associazioni “ESNA consulenze di genere Onlus” e “Equity” e la Cooperativa Cooss Marche Onlus, prevede tra i suoi obiettivi di promuovere l’assunzione di responsabilità da parte degli organismi territoriali, soprattutto in ambito pubblico (enti locali e nazionali, servizi sociali e sanitari, mondo giudiziario, forze dell’ordine, mondo scolastico, del lavoro, ecc…) e di incoraggiare la realizzazione di interventi nelle aree tematiche individuate, anche in ambito Internazionale, attraverso l’adesione e la partecipazione a piani di progettazione europea.
Nello specifico verranno realizzate attività di informazione, formazione e sensibilizzazione, interventi di supporto e sostegno alle vittime, e percorsi specifici volti a garantire dignità alle persone Lgbt (omosessuali, lesbiche e transgender) e contrastare ogni forma di violenza, prevaricazione, odio, omofobia, transfobia e bullismo omofobico.
Importanti sono stati i contributi delle relatrici e dei relatori che hanno arricchito il confronto e il dibattito. A conclusione del seminario, dopo che l’attrice Romina Antonelli ha letto un proprio brano sul tema delle discriminazioni, è partita la Camminata per i Diritti. Da Piazza XXIV Maggio il corteo si è snodato fino a Piazza del Plebiscito. Un corteo colorato e che ha voluto esprimere tanto incoraggiamento verso una società sempre più inclusiva e non discriminante.