Ancona-Osimo

Disturbi alimentari in crescita, lo psichiatra Severini: «Seconda causa di morte nei ragazzi dopo gli incidenti stradali»

Lo psichiatra del Salesi di Ancona, responsabile del Centro Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare, lancia l'allarme: è in atto una recrudescenza nelle Marche

Lo psichiatra Michele Severini

ANCONA – «I disturbi alimentari sono la seconda causa di morte nei ragazzi dopo gli incidenti stradali». A fornire il dato è lo psichiatra Michele Severini, direttore del Centro Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Ancona situato presso l’ospedale Salesi. «Nel post pandemia, anche nelle Marche, si osserva una recrudescenza di casi» spiega, «si è ridotta l’età di esordio, che se prima si attestava attorno ai 13-14 anni, ora è scesa a 10-11 anni».

Ma a peggiorare è anche il quadro con cui si manifestano questi disturbi, sempre più diffusi. I ragazzini, ma soprattutto «le ragazzine», giungono all’attenzione dei sanitari con «un gravissimo sottopeso» oltre che in seguito a «gesti autolesionistici». «Molti vengono ricoverati perché si sono provocati dei tagli sul corpo – spiega -, altri perché hanno minacciato o tentato il suicidio. Arrivano anche con crisi d’ansia, episodi di vomito e disturbi depressivi, sintomi che si sono amplificati».

Severini fa notare che «nell’ultimo periodo c’è stato un incremento dei disturbi alimentari, sia dal punto di vista della sintomatologia psichiatrica, sia dal punto di vista nutrizionale, con degli esiti importanti, in quanto parliamo di ragazzini che si trovano in una fase di crescita».

Lo psichiatra spiega che «c’è stato un aumento, a livello nazionale, del 40% degli accessi nei nostri servizi, ma anche nei Pronto Soccorso», un dato in linea con quello delle Marche, che denota «un cambiamento importante in una situazione che era già fortemente critica».

«La nostra Azienda ospedaliera – aggiunge – ha reagito, indicando un servizio dedicato, con tre posti letto all’interno della struttura (Salesi) in cui cerchiamo di mettere insieme diverse figure, per una presa in carico globale, psicologica, nutrizionale e psichiatrica». Diverse le figure che «curano» questi adolescenti: si va dallo psichiatra o psichiatra infantile al neuropsichiatra, dallo psicologo al nutrizionista, fino al pediatra. Una equipe multidisciplinare che cura a 360 gradi.

In alcuni casi particolarmente gravi «si è resa necessaria anche la consulenza del cardiologo e più raramente dell’anestesia e rianimazione». Fondamentale poi la parte psichiatrica perché «nella prima fase i ragazzini non vogliono essere curati» in quanto non sono consapevoli del problema e «si vedono grassi». Terminata la fase valutativa internistica, scatta quella motivazionale, il cui obiettivo è quello «di far prendere coscienza, ai ragazzini, ma anche ai genitori dell’esistenza di un disturbo da affrontare».

In linea generale una presa in carico «precoce e tempestiva garantisce buone probabilità di guarigione – conclude – se invece il disturbo persiste e l’intervento è spezzettato, allora il disturbo alimentare cronicizza e può diventare grave e inficiare il resto della vita».