Ancona-Osimo

Disturbi alimentari, protesta ad Ancona contro i tagli del Governo: «Troppa ignoranza»

Centrosinistra in piazza Roma per manifestare contro i tagli alla Sanità. Prima il taglio al fondo per i dca, poi il dietrofront del ministro Schillaci con l'annuncio di 10 milioni

La manifestazione iniziata alle 15

ANCONA – Centrosinistra in piazza (nonostante la pioggia) per dire no ai tagli dei fondi per i disturbi alimentari. La manifestazione di oggi (19 gennaio), alle 15, in piazza Roma, ha visto scendere in strada il Partito Democratico e i Giovani democratici insieme al collettivo universitario Gulliver.

Il governo Meloni aveva infatti tagliato i fondi per i dca, i disturbi del comportamento alimentare, alimentando polemiche. Qualche ora dopo, il dietro front del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che aveva annunciato 10 milioni per tappare il buco.

Ma secondo alcuni quei fondi sarebbero pochi. «Ci state tagliando il futuro, i dca non sono una scelta», dicono da Gulliver. La presidente di Gulliver Aps, Marika Semeraro, e il coordinatore della lista Sinistra Universitaria, Gianluca Ferri, fanno sapere come «alla fine del 2021 il governo Draghi abbia stanziato un fondo di 25 milioni di euro per sostenere la lotta contro i dca, che ha rappresentato un primo passo nel lungo percorso di destigmatizzazione dei disturbi connessi alla valutazione disfunzionale dell’immagine corporea».

«La finalità dello stanziamento era quella di procedere all’attivazione del primo livello di intervento per la diagnosi precoce, rappresentato da ambulatori integrati e specializzati forniti di tutte le figure professionali che in molte regioni erano assenti. Grazie a questo fondo, sono stati assunti 780 professionisti, tra psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti e nutrizionisti e medici specialisti in nutrizione clinica».

«In Italia, ad oggi, circa 3.678.362 persone si trovano a fare i conti con i disturbi del comportamento alimentare, in un’escalation che ha visto gli 880.000 casi del 2020 diventare 1.230.000 nel 2021, con un aumento del 30%. Oltre al fatto che il dato attuale, ossia 3.678.362, rappresenta una sottostima, a rappresentare un inquietante campanello d’allarme è il dato Rencam che restituisce un quadro macabro sulla mortalità con più di 3000 persone di età media 25 anni morte per cause correlate ai disturbi alimentari».

Quindi, l’affondo all’esecutivo di Meloni: «Per il governo di estrema destra, presieduto da Giorgia Meloni la lotta ai dca non sembra essere la priorità. Infatti, durante il varo dell’ultima legge di bilancio, la maggioranza ha scelto di non rifinanziare il fondo istituito nel 2021, in piena coerenza col sentiero oscurantista tracciato da Fratelli d’Italia nell’estate 2022, quando autolesionismo, obesità e anoressia vennero definiti devianze».

Politica a parte, «per tanti pazienti e famiglie sarà una tragedia. Il costo sociale, che si presenterà ad esempio sotto forma di famiglie e pazienti costretti a lunghi viaggi per accedere alle cure, spaccherà ancora una volta l’Italia in due, sia dal punto di vista geografico che da quello economico, marginalizzando inevitabilmente coloro che appartengono ad un ceto medio basso».

«L’impegno a riconoscere anche quest’anno la copertura del fondo straordinario annunciato il 17 gennaio alla Camera, nel question time, dal ministro Schillaci è tardivo e rasenta il minimo indispensabile. Non ci accontenteremo di un blando tentativo di sedare le polemiche e nascondere l’imbarazzante insensibilità con la quale è stata trattata la materia. Come Gulliver, Officina Universitaria e Rete degli Studenti Marche – tuonano – siamo scesi in piazza perché di disturbi alimentari si muore, oggi più di ieri. E se non facciamo nulla, si morirà domani più di oggi».

Bomprezzi, segretaria Pd Marche

Il Partito democratico, tramite la presidente regionale, Chantal Bomprezzi, fa sapere che il taglio dei fondi è «una decisione inaccettabile del Governo Meloni che penalizza i più vulnerabili. Il Pd è al fianco di tutte le associazioni impegnate in questa battaglia, sia sul fronte delle mobilitazioni che in prima linea istituzionale. La segreteria nazionale del Partito ha condiviso un modello di atto, che potrà essere presentato nei vari consigli comunali, per chiedere il rifinanziamento del fondo e l’introduzione dei disturbi alimentari nei Lea (livelli essenziali di assistenza). Il gruppo consiliare del Pd Marche ha già avanzato una mozione a firma del consigliere regionale Romano Carancini per impegnare l’organo regionale a ripristinare il fondo e a farsi portavoce presso il Governo per l’inclusione dei Disturbi alimentari nei Lea».

Chiara Croce, segretaria dei Giovani democratici (Gd) delle Marche evidenzia come «il problema dei disturbi alimentari colpisca moltissimi giovani e, in Italia solo nel 2023, ci sono stati più di un milione e mezzo di casi. Il Governo Meloni, con la sua decisione di tagliare il fondo, dimostra ignoranza e menefreghismo su un tema così delicato. Le strutture pubbliche specializzate sono essenziali per affrontare questa problematica e garantire vita e libertà a chi ne soffre».

Chiara Croce, segretaria Gd Marche

Le dà man forte Bomprezzi: «Grazie alla mobilitazione portata avanti anche dal Pd, il ministro Schillaci è arrivato a promettere uno specifico emendamento al Milleproroghe per restituire al fondo una parte delle risorse tagliate. Ma ciò non basta, e continueremo ad insistere per rendere operativa un’area specifica nei Lea per i disturbi alimentari».

Domani, invece, scende in piazza Italia Viva Marche. La presidente regionale Fabiola Caprari parla di una «epidemia silenziosa e in costante crescita. Sono tre milioni e duecentomila in Italia le persone affette da anoressia e bulimia, in gran parte adolescenti e per un terzo bambini dagli 8 ai 12 anni. E il carico della loro cura, lunga e impegnativa, è quasi sempre sulle spalle delle famiglie – dice Caprari – Ma adesso i servizi sanitari che si occupano di queste patologie rischiano di ‘chiudere’, o di essere ridimensionati se non verrà prorogato il fondo di 25 milioni di euro per il contrasto dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione».

«Il fondo è stato previsto dalla precedente legge di Bilancio a favore delle Regioni e non rinnovato dal nuovo provvedimento licenziato dal governo e ha permesso di ampliare l’organico dedicato a questi disturbi e di far partire progetti che non andranno avanti senza professionisti e senza finanziamenti alle strutture. Il fenomeno delle ragazze e dei ragazzi affetti da bulimia e anoressia si è ingigantito dopo il Covid – continua lei – Si calcola che i casi siano aumentati del 30-40%, i ricoveri durante e dopo il lockdown erano saliti del 50%. Aumenta la componente maschile, soprattutto nelle nuove generazioni, ma la stragrande maggioranza delle pazienti sono donne. E l’età scende ancora, parliamo spesso di bambini . Anche le cure per loro sono offerte in pochi centri, eppure circa il 20% delle diagnosi sono sotto i 14 anni, il 10% sotto i 12 anni. Ci sono diversi casi di bambini di 6-7 anni ed è difficilissimo gestire la cura perché è un’età in cui non si può fare la psicoterapia che si fa con gli adulti e serve personale specializzato». 

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