ANCONA – I cittadini stranieri che si sono rivolti ai Centri di Ascolto (CdA) delle Caritas diocesane delle Marche sono in costante diminuzione: se nel 2008 il valore era pari all’80% del totale, oggi si attesta al 58,7%. Il dato è frutto di molteplici interpretazioni: la diminuzione di cittadini stranieri residenti nel nostro territorio (circa 10 mila unità in meno rispetto al 2014), un peggioramento delle condizioni generali degli italiani e un maggior tasso di integrazione dei cittadini stranieri. È quanto emerge dal dossier immigrazione delle Caritas diocesane delle Marche, presentato in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra oggi (29 settembre).
Nel dettaglio, il dossier presenta i dati degli anni 2017, 2018 e del primo quadrimestre 2019, e riguarda i cittadini non italiani che si sono rivolti ai Centri di Ascolto (CdA) delle Caritas delle Marche. Le persone straniere incontrate nel periodo 2017 – primo quadrimestre 2019, sono state 18.865, e provengono da oltre 110 nazioni differenti, anche se l’80% del campione è rappresentato da soli 15 stati. Nel primo quadrimestre 2019 il Marocco è la nazione più rappresentata e da solo pesa per un quarto dell’intero campione, seguito da Nigeria, Tunisia e Romania; quest’ultima ha fatto segnare un calo percentuale di 3 punti rispetto al 2017.
I cittadini non italiani incontrati nel primo quadrimestre 2019 dai CdA delle Marche, sono ugualmente suddivisi tra uomini e donne e le donne sono più giovani di un solo anno degli uomini con 46,7 anni di media. Nel primo quadrimestre del 2019, nelle Caritas Diocesane solamente il 5,3% dei cittadini extracomunitari incontrati, si trovava in possesso di un permesso di soggiorno scaduto o ne era del tutto sprovvisto. Il fenomeno dei senza fissa dimora è leggermente meno impattante per i cittadini stranieri incontrati (18,5%), piuttosto che per gli italiani che si attestano al 20,3%.
Più del 60% degli stranieri incontrati vive in una casa in affitto; il 7,5% da ente pubblico, rientrando nei progetti di edilizia pubblica, il 55% invece con regolare contratto di locazione presso privati. Il 3,7% dichiara di essere in possesso di una propria abitazione. Vivere con la propria famiglia rimane la prima scelta delle persone straniere incontrate con una percentuale prossima al 70%, mentre il 16,9% decide o è costretto a vivere da solo. I nuclei abitativi delle 4.049 persone straniere incontrate nel primo quadrimestre 2019, rappresentano 10.830 persone, con una media per famiglia di 2,6 individui; il rappresentante familiare che si interfaccia con la Caritas si fa portavoce dei problemi dell’intera famiglia. Sono quasi 3mila i figli conviventi, di cui il 70% minorenni. Come ci si aspetta dalla lettura dei dati dei CdA della Caritas, le persone incontrate risultano prevalentemente disoccupate.
Non fanno eccezione i cittadini stranieri, che si dichiarano inoccupati per il 68,2% dei casi. Per quello che riguarda il titolo di studio, le Caritas diocesane delle Marche hanno notato una discreta scolarizzazione degli ospiti non italiani incontrati. Più del 40% di loro ha conseguito un titolo superiore o uguale a quello della licenzia media superiore, con il 5,7% di laureati. In generale l’istruzione degli stranieri incontrati risulta superiore a quella degli italiani che per il 71,8% dei casi hanno un titolo scolastico pari o inferiore alla licenzia media, mentre la stessa categoria degli stranieri è rappresentata dal 59,6%. Nel lasso di tempo preso in esame, (dal 2017 al 1 quadrimestre 2019) sono stati quasi 240mila gli interventi che le Caritas delle Marche hanno messo in atto nei loro CdA. Il 70% di questi sono stati destinati a cittadini non italiani. In modo particolare nel primo quadrimestre 2019, sono stati poco più di 24mila gli interventi in favore di cittadini stranieri. Gli interventi messi in atto, 5,9% pro-capite, sono principalmente della categoria denominata “beni e servizi materiali”, di cui fanno parte i pasti alle mense, la distribuzione viveri e vestiario, anche se l’intervento maggiormente ripetuto è quello dell’ascolto che è stato effettuato per più di 6mila volte.
In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, le Caritas delle Marche presentano anche la Campagna “Io accolgo”, promossa da 46 organizzazioni sociali italiane e internazionali, che vuole dare visibilità a tutte quelle esperienze diffuse di solidarietà che contraddistinguono l’Italia: dalle famiglie che ospitano stranieri che non hanno più un ricovero alle associazioni che organizzano corridoi umanitari per entrare nel nostro Paese, dai tanti sportelli legali e dalle associazioni di giuristi che forniscono gratuitamente informazioni e assistenza ai migranti, a chi apre ambulatori in cui ricevere assistenza sanitaria gratuita, a chi coopera a livello internazionale per accompagnare le migrazioni forzate e ridurre l’insicurezza umana nei paesi di origine e transito. Centinaia di esperienze diverse che la Campagna vuole mettere in rete, perché vengano condivise e riprodotte.
«La Campagna prevede anche iniziative di mobilitazione – spiega la segreteria Caritas Marche e il Comitato regionale campagna #ioaccolgo – per aprire vertenze che inducano le Istituzioni ad assumersi la responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione, cancellando le scelte discriminatorie e contrastando gli effetti perversi del Decreto sicurezza bis, ancora più repressivo del precedente, sia sul fronte dei salvataggi in mare che della persecuzione dei migranti, dando il via libera a intercettazioni e utilizzo di agenti sotto copertura per impedirne l’arrivo e controllarli se nel Paese».
La campagna ha deciso dunque di «lanciare un appello rivolto a Governo e Parlamento – in calce al quale raccogliere in tutta Italia migliaia di firme – in cui si chiede di abrogare i Decreti Sicurezza e di annullare gli accordi con la Libia, oltre a una revisione complessiva delle politiche sull’immigrazione. In particolare riteniamo imprescindibili e urgenti i seguenti interventi, che auspichiamo siano immediatamente adottati dal Governo mediante decreto legge: reintrodurre la protezione umanitaria; abrogare la norma riguardante la residenza dei richiedenti asilo; ristabilire un sistema nazionale di accoglienza che promuova l’inclusione sociale di richiedenti asilo e titolari di protezione; abrogare le norme riguardanti i divieti pe le navi impegnate nei salvataggi. L’obiettivo politico dell’iniziativa è riaprire il dibattito nella società e nelle aule parlamentari su questi temi. Senza un intervento di modifica, infatti, le norme approvate dalla precedente maggioranza restano pienamente in vigore, continuando a produrre effetti devastanti in termini di violazioni dei diritti e di esclusione sociale dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione».
«Pur avendo il nuovo Governo in programma la revisione della disciplina in materia di sicurezza, – continuano – alla luce delle osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica, l’appello di #ioaccolgo richiama l’urgenza di intervenire su aspetti ritenuti di particolare importanza, fra cui l’abrogazione o comunque una profonda modifica dei due decreti, nonché l’annullamento degli accordi con la Libia. I migranti intercettati dalla Guardia Costiera libica e riportati forzatamente in Libia vengono infatti sistematicamente rinchiusi nei centri di detenzione in condizione disumane. Rinviare persone bisognose di protezione verso un Paese non sicuro, come dichiarato anche dall’UNHCR e dalla Commissione europea, viola la nostra Costituzione e il diritto internazionale ed è contrario ai valori fondamentali di umanità. Ci sembra importante in questo momento chiedere una vera svolta nelle politiche migratorie facendo sentire la voce della società civile in modo forte e unitario».
Nelle Marche è stato costituito un comitato regionale di cui fanno parte Cnca Marche, Caritas Marche, Forum del terzo settore, Action aid, Cgil, Uil, Cisl, Asgi, Welcome Refugees, Unione degli universitari, Acli, con lo scopo di mettere in rete e dare visibilità alle esperienze diffuse di solidarietà presenti in tutto il territorio regionale attraverso iniziative e azioni comuni. La sede del neo-comitato è in piazza delle Repubblica, 1/D Ancona, c/o gli uffici della Cooperativa Sociale Polo 9.