Ancona-Osimo

«È tempo di un’autorità territoriale unica per l’acqua»

Nessun allarme siccità, nonostante le scarse precipitazioni e le temperature da record. Nelle Marche ci sono 34 gestori: per il Consorzio di Bonifica Marche è necessario un solo ente regionale per l'approvvigionamento

ANCONA- Emergenza siccità, la situazione degli invasi nelle Marche è sotto controllo. A riferirlo il Consorzio di Bonifica Marche durante una conferenza stampa insieme ai rappresentanti delle associazioni di categoria per l’Agricoltura. Nonostante la scarsa piovosità invernale e primaverile, le limitazioni di invaso imposte dal terremoto e un giugno da record per gli alti livelli di temperature raggiunti, gli accumuli di acqua nelle 5 dighe gestite dal Consorzio (Gerosa, San Ruffino, Castreccioni, Mercatale e Rio Canale) sono attualmente sufficienti per garantire l’irrigazione e l’idropotabile per le popolazioni servite.

Nelle Marche ci sono 100 milioni di metri cubi di capacità di accumuli di acqua di cui il 65% è gestito dal Consorzio di Bonifica, il 35% dall’Enel. Per quanto riguarda l’irrigazione, nelle regione ci sono 930 mila ettari di terreni: 500mila sono superfici coltivabili, fanno invece riferimento al Consorzio di Bonifica 18mila ettari di irrigazione collettiva divisi in 5 impianti: sul Foglia, Musone, Tenna, Aso e Tronto. I 18mila ettari rappresentano poco meno del 4% della sau (superficie agricola utilizzata). Il consumo invece di acqua per l’idropotabile è di 120milioni di metri cubi proveniente da varie fonti. Ad esempio, la diga di Castreccioni a Cingoli fornisce 8 milioni di metri cubi di acqua potabile nel maceratese e nell’anconetano dando da bere a 150 mila marchigiani.  

Attualmente gli accumuli nelle dighe gestite dal Consorzio di Bonifica sono:

Diga di Gerosa (Ap): 7,5 milioni su 13 di capacità

Diga di San Ruffino (Fm): invaso pieno 2900.000 mc

Diga Castreccioni Cingoli (Mc): 35 milioni su 42 mc

Diga Mercatale (Pu): 3.250.000 mc su 5,9 mc

Rio Canale (Fm): 1 milione mc su 1,5.

Quindi per ora la situazione è sotto controllo ma sono in arrivo altre due settimane roventi e se dovesse profilarsi un’estate priva di precipitazioni, potrebbero insorgere problemi. «Invitiamo gli agricoltori e i cittadini ad utilizzare con parsimonia l’acqua ad uso irriguo e potabile. Abbiamo messo in essere azioni importanti condivise con gli agricoltori: abbiamo ridotto i periodi degli irrigui prediligendo un’irrigazione notturna. Di giorno il 70% dell’acqua andrebbe disperso- spiega Claudio Netti, presidente Consorzio Bonifica Marche-. Nelle Marche c’è bisogno di costruire un percorso che ci porti ad un unico centro di riferimento per le risorse idropotabili. Bisogna alzare gli occhi all’orizzonte, all’orizzonte dove ci sono i nostri nipoti. Basta ai singoli egoismi. Mondo agricoltura, mondo idropotabile e mondo di tutela delle acque devono mettersi insieme per un unico obiettivo: la qualità delle acque e la loro conservazione».

Conferenza del Consorzio Bonifica Marche

«Il Consorzio ha questa riserva d’acqua che permette di fare interventi sull’agricoltura e garantisce risorse all’idropotabile. Ciò ci fa stare tranquilli- commenta Michele Maiani, Presidente Assemblea Consorzio di Bonifica e Coordinatore Politiche per la Montagna ANCI Marche-. Il problema dell’acqua si sta ponendo in maniera forte in Italia. Si è registrato il picco più basso di piovosità degli ultimi 60 anni. È ora di mettere all’ordine del giorno di avere acqua di qualità e la capacità di accumulare acqua di qualità. Il 98% di acqua nella terra è salata, solo il 2% è dolce. Di questo 2% il 73% è stoccata nei ghiacciai, il 22% è acqua di falda da tutelare per le future generazioni, il 5% scorre nei fiumi e nei laghi. Quindi l’acqua che si può utilizzare è veramente poca. I serbatoi di accumulo sono risorse strategiche quindi insieme a agricoltori e istituzioni, occorre immaginare una funzione diversa della dighe. Il tema fondamentale non è aprire nuove dighe ma far sì che entrino in un sistema virtuoso che soddisfi l’agricoltura e il fabbisogno umano. Occorrono interventi a monte sui fiumi per non avere l’acqua torbida, curare meglio le nostre sorgenti. L’acqua è poca e bisogna tenerla bene, per questo servono investimenti».

Il Consorzio di Bonifica Marche vorrebbe arrivare alla formazione di un Ato (Autorità d’ambito territoriale ottimale) unico regionale che gestisca tutte le forme di approvvigionamento dell’acqua. «La Regione aveva avanzato questo progetto tempo fa ma poi è stato interrotto con il terremoto. A riguardo c’è già la normativa del Collegato ambientale» sottolinea Maiani. Nelle Marche ci sono 34 gestori di acqua.