ANCONA – Eclissi di sole, tutti col naso all’insù ad Ancona. Il capoluogo regionale ha offerto una vista (quasi) mozzafiato a chi voleva godere di un sole potente sì, ma un po’ spento e decisamente meno luminoso. È l’effetto dell’eclissi che si è verificata ieri (25 ottobre). Il momento di picco c’è stato tra le 11.18 (momento di primo contatto) e le 12.20.
Oltre duecento le persone all’Osservatorio astronomico di Pietralacroce per guardare l’eclissi di sole. La prossima sarà nel 2026, ma sarà parziale, come quella di ieri. Per quella totale, invece occorrerà aspettare il 2081.
A scegliere l’Osservatorio, anche 8 classi dell’istituto Scocchera di Pietralacroce. A spiegare il fenomeno è il presidente dell’Osservatorio, Davide Ballerini: «L’eclissi di sole avviene per un allineamento che è quello di sole, luna e terra. Un allineamento che abbiamo tutti i mesi, chiaramente, però l’orbita lunare è inclinata rispetto al piano dell’orbita terrestre e quindi il fenomeno dell’eclissi – che nel caso più ottimistico può avvenire tutti i mesi due volte (luna e sole) – avviene con rarità, perché l’orbita della Luna intorno alla Terra giace su un piano che è di circa 6 gradi inclinato».
Da qui, la rarità del fenomeno: «Quando c’è il giusto allineamento e l’orbita è ben orientata, allora possiamo assistere a una eclissi di sole o di luna, a seconda della disposizione». Ballerini si sofferma anche sulle modalità di osservazione del sole, che rimane potente nonostante l’eclissi e « molto pericoloso» da guardare.
«Abbiamo usato due metodi per guardare l’eclissi di ieri: da un lato, un proiettore trasmetteva le immagini visibili dall’oculare, dall’altro – con un filtro speciale – abbiamo permesso l’osservazione diretta». Non solo eclissi, però, perché quella di ieri è stata una giornata particolare, in cui si è persino riusciti a vedere le macchie solari.
«Non c’entrano nulla con l’eclissi – precisa Ballerini – perché si tratta di buchi neri provocati da fenomeni magnetici. Per uno strano motivo che ancora la scienza non è riuscita a spiegare, queste macchie ricompariranno nello stesso punto tra 11 anni, cioè nel 2033».
Foto mozzafiato, quella scattata da Angelo Emma. Il fotografo anconetano l’ha realizzata da casa, «con un tre piedi – dice – usando una focale di 600 millimetri su una Nikon di 3x in Raw e tempi di scatto molto rapidi. Davanti l’obiettivo, data la forte luminosità del sole (nonostante l’attenuazione per l’eclissi), una lastra di raggi x» e il gioco è fatto.
Quella di ieri è stata un’eclissi parziale: «Nel caso dell’eclissi solare abbiamo sole, luna e terra. E l’ombra della Luna, molto piccola, interessa una piccola fascia sulla Terra: una fascia di circa 150-200 chilometri e solo coloro che stanno in quella fascia di totalità possono vedere un’eclissi totale. Al di fuori di questa fascia, abbiamo una zona di penombra da cui il fenomeno viene visto in modo parziale e la percentuale di copertura del disco solare varia a seconda della distanza con la center line (fascia di totalità). Ieri, l’Italia rientrava nella fascia di penombra, con Ancona che assicurava una copertura del 16%. In Portogallo, invece, ad esempio, non si è visto nulla».
La prossima eclissi importante sarà ad aprile 2024 e l’Osservatorio sta organizzando una spedizione: «Da Ancona non si vedrà nulla, poiché interesserà l’America. Sempre in forma parziale è attesa un’eclissi ad agosto 2026, con una copertura – ad Ancona – del 60%».
L’ultima eclissi totale visibile nel capoluogo è stata invece nel lontano 1961: per l’occasione, vennero in città 4 autorevoli scienziati di fama internazionale tra cui l’astrofisica Margherita Hack. Un telescopio speciale venne installato sul monte Conero, che garantiva un’osservazione perfetta, la zona migliore per guardare il Sole. Per la prossima eclissi totale di sole, bisognerà aspettare il 2081.