Ancona-Osimo

Cresce l’occupazione femminile nelle Marche, diminuiscono gli indipendenti

I settori dei servizi registrano la performance migliore. Giù le costruzioni. Confartigianato e Cna: «Servono politiche a sostegno dei settori in difficoltà e delle piccole imprese»

Sono 649.000 a giugno gli occupati delle Marche, in crescita di 19.000 unità rispetto al primo trimestre 2024 (+3%).
Confrontando il secondo trimestre di quest’anno con lo stesso periodo del 2023, la nostra regione registra una variazione positiva del 2,4% pari a 15.000 occupati.

L’analisi degli ultimi dati Istat disponibili, elaborati da Confartigianato e Cna delle Marche, conferma che, pur in una fase di indebolimento del ciclo economico, la domanda di lavoro rimane in positivo.

Migliore l’andamento dell’occupazione femminile che registra un aumento del 6,6% (rispetto allo stesso periodo del 2023), pari a 18mila occupate in più, in calo invece l’occupazione maschile dello 0,9%, ( 3mila unità in meno).

I lavoratori dipendenti registrano un aumento del +1,7% rispetto al II trimestre 2023 (+9mila unità); Dopo la crescita registrata nel primo trimestre di quest’anno, tornano a diminuire gli indipendenti marchigiani che registrano un -9,4% rispetto al trimestre precedente (14mila unità in meno), però rimangono ancora in territorio positivo rispetto al II trimestre del 2023 con il +5,2% (7mila unità in più).

Tra i settori il calo più vistoso rispetto allo scorso anno è registrato dalle costruzioni con il -19,2% (- 8mila unità). Tra i comparti che registrano dati positivi il settore dei servizi e il manifatturiero esteso.

«Servono politiche a sostegno dei settori in difficoltà e delle piccole imprese», sottolineano Paolo Silenzi, presidente di Cna Marche, e Paolo Longhi, vicepresidente di Confartigianato Marche. «Accogliamo con favore i dati positivi sull’occupazione soprattutto perché arrivano in una fase di rallentamento dell’economia. È la dimostrazione della capacità del sistema imprenditoriale di piccole imprese di reagire con forza e tenacia a prospettive sempre più incerte. Ma rimane forte la preoccupazione per gli indipendenti, per alcuni settori fondamentali del nostro tessuto produttivo. Pensiamo a tutto il comparto moda che negli ultimi dieci anni ha perso oltre il 30% di imprese e addetti e che continua a vivere un periodo di profonda difficoltà e non si avvertono segnali di ripresa ma anzi un calo delle commesse che fanno intravedere un autunno molto difficile».

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