Ancona-Osimo

Area di crisi della calzatura, 250 le richieste per la riqualificazione tra Fermo e Macerata

«Queste manifestazioni di interesse sono la conferma che il sistema imprenditoriale non è disposto ad arrendersi, nonostante la pesantissima situazione congiunturale», commenta il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini

ANCONA – «Duecentocinquanta manifestazione di interesse a presentare progetti sull’area di crisi complessa della calzatura, nel Fermano e Maceratese, sono la conferma che il sistema imprenditoriale non è disposto ad arrendersi, nonostante la pesantissima situazione congiunturale». Lo ha detto il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, commentando le indiscrezioni sulle adesioni alla call di Invitalia, che si è conclusa il 30 settembre scorso.

L’area è stata riconosciuta dal Ministero dello sviluppo Economico (Mise) con un decreto firmato dal Ministro Di Maio il 12 dicembre 2018 e comprende i 42 Comuni del distretto delle pelli e calzature (i principali sono Fermo, Montegiorgio, Porto Sant’Elpidio, Civitanova Marche e Tolentino). La call fa parte di un percorso operativo per la definizione e l’attuazione di un progetto di riconversione e riqualificazione industriale del distretto, per attrarre investimenti. Tra i partner del progetto anche la Regione e Invitalia.

«Al di là dei numeri, guardo con ottimismo al trend che esprimono – ha aggiunto – e allo scenario di innovazione, crescita e lavoro che possono generare gli investimenti all’interno del distretto», prosegue Sabatini.

Il presidente ha ribadito che, «insieme alla Regione porterà al Mise la richiesta di abbassare la soglia per l’accesso ai bandi: pensare che possa essere di un milione a salire significa non rendersi conto della dimensione del tessuto produttivo regionale, e non solo locale, ed escludere la maggior parte delle aziende».

Un ulteriore passo avanti del distretto calzaturiero marchigiano che al Salone internazionale della scarpa di qualità di Milano “TheMicam”, a settembre, ha presentato il progetto chiamato “Shoes Valley”, la Silicon Valley della scarpa che mette in rete 1800 aziende del distretto regionale.

Al Micam debutta la Shoes Valley delle Marche, la filiera completa del calzaturiero

Dopo il Micam altre due fiere per la promozione internazionale del comparto: Lineapelle a Milano e La moda italiana@Almaty.

Nel quartiere fieristico di Rho, erano oltre 110 (sul totale di 1.255 espositori provenienti da 49 Paesi) le aziende del comparto della fornitura per la fashion & luxury industry e, tra questi, i produttori marchigiani di fondi per calzature, suole in gomma, poliuretano, cuoio e altri materiali. «Si tratta di un comparto che sta avendo un salto di qualità notevole in direzione dell’innovazione – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini -. Merito degli imprenditori che continuano a investire in produzione e che, sempre più, sono componente tecnica capace da sola di fare moda e, di conseguenza, di dare maggior valore qualitativo alla scarpa».

In un contesto spiccatamente internazionale, il progetto di Shoes Valley ha riscosso nuovi consensi, a cominciare da quello dell’amministratrice delegata di Lineapelle, Fulvia Bacchi, che ha sottolineato «l’importanza delle azioni di marketing territoriale per valorizzare le produzioni italiane sui mercati mondiali».

Stesso successo, questa volta per i calzaturieri: in Kazakistan, si è conclusa una rassegna b2b promossa da Assocalzaturifici. La collettiva marchigiana, condotta da Exit, Azienda speciale della Camera di Commercio delle Marche, e dalla Regione con l’assessorato allo Sviluppo Economico guidato da Manuela Bora, ha portato ad Almaty 18 aziende, tra le quali 16 di calzature uomo e donna e un’azienda che produce scarpe da bambino. «Anche in questo caso, la sinergia con la Regione funziona e mira a favorire la presenza delle nostre aziende in appuntamenti di business per consentire loro di continuare a presidiare mercati fondamentali per il comparto calzaturiero e per l’accessorio», ha osservato Sabatini.

Che conclude: «A guardare i numeri in senso stretto, si tratta di un mercato in frenata, ma questa fiera permette di guardare ad altri sbocchi commerciali: ad esempio Uzbekistan, dove il mercato cerca di nuove proposte per abbigliamento e calzature maschili, e Ucraina, in cui la capillare presenza del retail monomarca ne fa uno dei mercati più interessanti da questo punto di vista».