L’energia da fonti rinnovabili oltre a rappresentare una risorsa importante per l’ambiente possono essere anche un «importante volano per la crescita economica». Ne è convinto l’economista dell’Università Politecnica delle Marche Mauro Gallegati.
«Alcuni distretti economici come quello di Fabriano, che era specializzato in carta e produzione di elettrodomestici – spiega – potrebbe riconvertirsi al ‘green’» con ricadute positive sia in termini occupazionali che economici. Secondo il professor Gallegati, infatti, per rispondere al meglio alla crisi economica «bisogna cambiare modello di sviluppo» ed incentrarlo su un sistema produttivo rispettoso dell’ambiente.
L’economista sostiene l’urgenza di avviare «la transizione ecologica» e di puntare su una «economia rigenerativa» in alternativa al modello economico attuale per raggiungere un benessere e uno sviluppo sostenibili. Le energie rinnovabili sono cruciali in questo nuovo modello per ridurre la dipendeza dalle fonti fossili. Questo creerebbe un nuovo modello economico e nuovi posti di lavoro ‘green’. Un tema che è anche al centro di un libro, scritto a quattro mani con l’ecologista Roberto Danovaro, docente dell’Università Politecnica delle Marche, di prossima pubblicazione da parte della casa editrice Laterza.
Come mettere in pratica questo modello di economia rigenerativa nelle Marche? «Installando, ad esempio, pale eoliche sia in mare, a tre miglia dalla costa, che negli Appennini. In questo modo non si impatta negativamente sul turismo, perché non sono visibili e si hanno importantissimi vantaggi economici, senza fare trivellazioni. Si stima una riduzione del costo dell’energia intorno al 35-50% sfruttando l’energia prodotta dal vento e in misura minore, in Adriatico, dalle onde, in quanto il mare è basso e ci sono poche correnti».
Gallegati fa anche riferimento al presidente americano Trump: «Non c’è altra via che imboccare la transizione ecologica» per risollevare le economice mondiali «non servono dazi» ma un’economia rigenerativa incentrata sul rispetto per l’ambiente. «Mi aspetto un aumento dell’inflazione a causa dei dazi di Trump» con conseguenze anche per l’Italia «se i dazi dovessero essere imposti anche per l’Europa».
«Il rischio per le Marche riguarda i prodotti di lusso, come calzature e moda, anche se la qualità dei prodotti marchigiani è molto più alta di quella dei prodotti americani, ne verremmo colpiti – spiega -. I dazi sono contro il liberismo e il rischio è quello di generare una guerra commerciale tra i paesi, una guerra in cui non ci sono vincitori ma solo perdenti».
Secondo l’economista infatti «i consumatori americani pagheranno di più le merci importate, mentre i paesi verso i quali sono imposti esporteranno di meno. È un ‘gioco’ in cui ci sono due perdenti e nessuno vince. Una strategia che non è utile a rivitalizzare l’economia americana, la sola via è quella della competitività attraverso maggiori investimenti in ricerca» conclude.