ANCONA – «La Francia, dopo la Germania, il miglior mercato di approdo per i prodotti marchigiani: un eventuale ulteriore irrigidimento delle relazioni diplomatiche tra Roma e Parigi potrebbe avere un impatto negativo sui conti, già piuttosto deboli, dell’export della nostra regione». Lo ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, alla luce della mossa del governo francese di richiamare l’ambasciatore in Italia.
«Credo che con la situazione venutasi a creare desti più di una preoccupazione – ha aggiunto Salvatore Giordano, vicepresidente dell’ente camerale – e che occorra recuperare il senso di cultura istituzionale necessario anche a costruire relazioni positive nell’interesse soprattutto delle nostre Pmi”.
Secondo i dati Istat, elaborati dall’ente camerale regionale, nei primi nove mesi dello scorso anno, l’export delle Marche verso la Francia è tornato a crescere (854 milioni, +5,93%) dopo il segno negativo registrato nel corso del 2017 (1,057 miliardi, -1,66), mentre l’import è ancora a livelli bassi anche se è cresciuto velocemente (295 milioni, +20,6%). Secondo Sabatini «mantenere la bilancia commerciale in attivo con Parigi (559 milioni nel periodo gennaio-settembre 2018, ndr.) consente di dare respiro all’asfittico Pil regionale e mettere le aziende che esportano in una condizione favorevole anche in relazione ai livelli occupazionali».
Nei primi nove mesi dello scorso anno, tutte le province marchigiane – ad eccezione di Ascoli Piceno – hanno visto crescere i propri fatturati sul mercato francese: la provincia più forte è Ancona, che nel corso dei primi 9 mesi 2018 ha esportato merci per 284,6 milioni (+9,36%); seguono Pesaro-Urbino (260 mln., +14,1) e Macerata (106 mln., +1,42%). Da Ascoli Piceno sono partiti prodotti per 106,4 mln., ma il dato è in frenata (-9,13%), mentre è sostanzialmente stabile quello della provincia di Fermo (89,3 mln., +0,43%).
«Sono certo che, rispondendo all’appello del presidente Mattarella, le relazioni diplomatiche tra i due paesi torneranno positive – ha auspicato Sabatini – Dobbiamo evitare che l’Italia e le sue produzioni restino isolate, perché significherebbe favorire ulteriormente paesi come Cina, Russia e Stati Uniti, contro i quali anche le aziende marchigiane competono ogni giorno».
«Più che per la Francia, però, sono preoccupato dalla debolezza del sistema Italia e, di riflesso, dell’economia regionale che non dà segni consistenti di ripresa – ha chiosato il presidente – Per quanto ci riguarda direttamente, la crisi con Parigi si somma alle sanzioni alla Russia e a una vocazione delle aziende marchigiane ad esportare, che è ancora troppo bassa». Il presidente dell’ente camerale ha ricordato che «il numero di esportatori delle Marche risulta in costante flessione dal 2012», anno in cui si è registrato il livello più alto (8.855 unità) e il dato del 2017 risulta inferiore del 2,6% rispetto al 2016 e del 15,3% rispetto al picco del 2012.