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Fiducia di consumatori e imprese in calo, l’economista di Univpm: «Guerre e dazi influenzano il sentiment»

L'Istat rileva a marzo un sentiment negativo tra gli imprenditori, per il secondo mese consecutivo. Ne parliamo con Staffolani, preside di Economia della Politecnica delle Marche

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A marzo 2025 l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il secondo mese consecutivo (da 94,7 a 93,3) segnalando, nel complesso, un sentiment negativo tra gli imprenditori; tuttavia, segnali positivi provengono dalle aspettative sulla produzione nella manifattura, da quelle sull’occupazione nelle costruzioni e dalle attese sulle vendite nel commercio al dettaglio. Lo rileva l’Istat.

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Stefano Staffolani
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In flessione anche il clima di fiducia dei consumatori che cala da 98,8 a 95,0. Il deterioramento della fiducia dei consumatori esprime un generalizzato peggioramento delle opinioni dei consumatori; fanno eccezione le valutazioni sull’opportunità di risparmiare nella fase attuale il cui saldo aumenta decisamente.

Tra i consumatori, si evidenzia un deciso peggioramento del clima economico e di quello futuro (il primo scende da 100,2 a 93,2 e il secondo passa da 96,6 a 91,1), mentre il clima personale e quello corrente registrano una diminuzione più contenuta (rispettivamente da 98,3 a 95,7 e da 100,5 a 97,9).

Con riferimento alle imprese, l’andamento della fiducia mostra segnali eterogenei nei comparti indagati: l’indice di fiducia diminuisce nei servizi (da 97,4 a 94,5) e nella manifattura (da 86,9 a 86,0), rimane sostanzialmente stabile nel commercio al dettaglio (da 104,0 a 103,9) e aumenta nelle costruzioni (da 103,4 a 104,6). Nel comparto manifatturiero si deteriorano i giudizi sugli ordinativi, le scorte sono giudicate in accumulo e le attese sulla produzione sono in lieve aumento.

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Nelle costruzioni, giudizi sugli ordini in peggioramento si uniscono a un deciso miglioramento delle attese sull’occupazione presso l’azienda. In relazione ai servizi di mercato, tutte le componenti registrano dinamiche negative mentre nel commercio al dettaglio si stima un miglioramento solo delle attese sulle vendite, diffuso sia alla grande distribuzione sia a quella tradizionale.

«I dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese dipendono dall’andamento del sistema economico e dalle opinioni sul futuro che a loro volta derivano anche dalle comunicazioni che ricevono – spiega Stefano Staffolani, preside di Economia dell’Università Politecnica delle Marche -. I dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Trump, con la possibile riduzione della mobilità delle merci, sono un elemento che insieme al contesto geopolitico internazionale con le guerre, influenza l’opinione dei consumatori e delle imprese».

Secondo l’economista a influire è anche «il contesto economico italiano non positivo, con l’incremento delle soglie di povertà tra la popolazione, a segnalare che le realtà economiche e sociali si stanno alterando». In crescita invece la tendenza dei consumatori a risparmiare. «Mentre la propensione al risparmio – prosegue – dipende dalle aspettative sul futuro, la fiducia può cambiare repentinamente a seconda di quanto accade a livello macroeconomico e politico. La fiducia incide sull’economia causando una contrazione della domanda».