ANCONA – Si complica ulteriormente la spinosa vertenza sull’acquisizione di Auchan Retail da parte di Conad. L’Antitrust ha posticipato al 20 gennaio il verdetto finale sulle sovrapposizioni tra i punti vendita a marchio Conad e quelli Auchan, Simply ed IperSimply. Dopo la stangata dello scorso 17 novembre, quando l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) aveva individuato 147 sovrapposizioni sul territorio italiano, delle quali ben 36 nelle Marche, l’Antitrust vuole vederci chiaro.
Nella nostra regione le aree nelle quali secondo l’Autorità si rischia di perdere la libera concorrenza di mercato sarebbero disseminate in tutte e 5 le province, anche se in misura maggiore fra anconetano, maceratese e fermano. Cinque quelle più significative: 1 nell’ascolano, 1 nell’anconetano, 2 nel maceratese e 1 nel fermano.
Insomma i dipendenti del Gruppo Auchan Retail restano ancora col fiato sospeso circa il loro destino occupazionale. Infatti nel caso in cui l’Antitrust dovesse pronunciarsi negativamente avvalorando il pericolo che venga meno la libera concorrenza, il rischio potrebbe essere quello che Conad potrebbe decidere di vendere alcuni negozi e supermercati. Questo non farebbe altro che prolungare ulteriormente la situazione di incertezza nella quale stanno vivendo i dipendenti dei punti vendita.
Intanto è slittata al 29 febbraio la chiusura di due settimane per ristrutturazione dell’ipermercato Auchan di via Scataglini ad Ancona che avrebbe dovuto chiudere a fine gennaio. Slittata anche quella dell’Auchan di Porto Sant’Elpidio. Una mossa, quella di Conad, decisa con tutta probabilità per attendere il verdetto finale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Dal primo gennaio i dipendenti del Gruppo Auchan Retail sono passati alle dipendenze di Margherita Distribuzione, la nuova ragione sociale creata per gestire i punti vendita non ancora passati in Conad. Un cambiamento che ha portato però il personale a perdere una serie di diritti: infatti il 31 dicembre scadevano i termini del contratto integrativo che non è stato rinnovato con il passaggio in Margherita Distribuzione.
Ma cosa è cambiato in sostanza per i dipendenti? Fra i diritti persi ci sono l’integrazione dell’indennità di malattia, i permessi sindacali, la possibilità del ritiro del Tfr, l’integrazione delle’indennità in caso di infortunio. In pratica se fino al 31 dicembre 2019 la malattia era pagata al 100%, ora ai dipendenti spetta un 75%, come anche in caso di infortunio. Sul lavoro domenicale la novità è che la prestazione lavorativa viene pagata come prestazione festiva e non più anche come prestazione straordinaria. Insomma una serie di diritti che vengono meno e che comportano per i dipendenti un taglio sugli stipendi.