Ancona-Osimo

Ires premiale, Cardinali di Confindustria Marche: «Misura che va nella giusta direzione. La competitività delle imprese è essenziale»

L'Ires prevede una aliquota al 24%, ma l'intenzione del Governo è quella di ridurla al 20% sugli utili reinvestiti

Roberto Cardinali, presidente Confindustria Marche

Sconti sull’Ires per le aziende. La tassa sugli utili d’impresa sarà scontata per le aziende che reinvestiranno la maggior parte dei profitti nell’impresa e per creare nuova occupazione stabile. L’Ires prevede un’aliquota al 24%, ma l’intenzione del Governo è quella di ridurla al 20% sugli utili reinvestiti. Affrontiamo il tema con Roberto Cardinali, presidente di Confindustria Marche.

L’Ires premiale per riprendere a investire: è un provvedimento che soddisfa?

«Trovo sia una misura che va nella giusta direzione, perché serve a stimolare gli investimenti e il sistema industriale ne ha profondamente bisogno. Sappiamo che le risorse sono limitate, per questo vanno indirizzate con oculatezza nei capitoli di sviluppo».

Cosa frena la voglia di investire delle imprese?

«Le ragioni sono molteplici. Da un lato la debolezza della domanda nei principali mercati di riferimento. C’è poi un contesto di profonda incertezza negli scenari geopolitici internazionali. I tassi d’interesse elevati rappresentano un ulteriore ostacolo. Il piano Transizione 5.0 è molto complesso e non sta funzionando come auspicato».

Un freno agli investimenti è rappresentato dal costo del denaro: la Bce, per la quarta volta da quando ha iniziato a tagliare i tassi lo scorso giugno, riduce il costo del denaro tagliando di 25 punti base, cosa ne pensa?

«Non è abbastanza, è un provvedimento troppo timido. C’è bisogno di una sterzata forte sui tassi d’interesse e la Bce dovrebbe avere più coraggio. Tagli di un quarto di punto percentuale non possono produrre quella svolta di cui il sistema produttivo ha bisogno, occorre un’azione più energica oppure il rischio è che la frenata degli investimenti continui».

Minori investimenti si traducono in minore produzione?

«Non si tratta solo di produzione, ma anche perdita di competitività, ad esempio rispetto agli Stati Uniti e ad alcuni Paesi asiatici. Non possiamo permetterci di perdere terreno su questo fronte, noi come Italia e più in generale l’Europa, rispetto a chi sta investendo più di noi. La competitività delle imprese è una condizione essenziale per il rilancio di tutto il sistema industriale europeo».