ANCONA – Nel terzo trimestre crescono le ore di cassa integrazione nelle Marche. A dirlo i dati Inps rielaborati dall’Ires Cgil Marche che evidenziano, confrontato il dato con lo stesso periodo del 2018, un aumento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Si tratta di una crescita complessiva di oltre 1,25 milioni di ore di Cig autorizzate dall’Inps.
«I segnali che arrivano da questi dati erano purtroppo ampiamente prevedibili; sono tanti, nelle Marche, i tavoli di crisi aperti, molti di questi hanno portato al ricorso alla Cig e nei casi più drammatici ad altri licenziamenti», dice Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche.
Nel primo trimestre, infatti, si era registrata una riduzione del 15%, nel secondo un leggero aumento (7,7%), mentre ad oggi le ore autorizzate sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2018.
Nel dettaglio, per quanto riguarda il ricorso per crisi o riorganizzazione, l’aumento si attesta al 513% pari a quasi mezzo milione di ore, per la solidarietà al 501%, pari circa 938 mila ore.
Si registra anche un aumento del ricorso alla cassa integrazione ordinaria, dopo diversi trimestri di calo, con un +6,7% e 988mila ore.
SETTORI
Per quanto concerne i settori, quello dell’industria segna la crescita più consistente con +124% delle ore complessive, ed un aumento di tutte le tipologie di cassa, dall’ordinaria (+17,1%) alla Cig per riorganizzazione e crisi (+521%) fino alla solidarietà (+501%). Gli unici segnali incoraggianti arrivano dall’edilizia che vedono una diminuzione del 33% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso.
Compare, invece, il ricorso dell’ordinaria nel settore del commercio con 57mila ore mentre nel 2018 non c’erano state richieste.
Andando nei settori specifici, il metalmeccanico è quello che presenta le maggiori criticità, con un aumento delle di Cig di quasi un milione di ore e del 292% e con un’impennata delle ore di Cigs per crisi e riorganizzazione del 1400%. Nel settore pelli e cuoio si registra un’impennata del 25%, cosi come nella chimica-gomma plastica (+164%), nel tessile (+581%) e nell’alimentare (+451%). Nei settori manifatturieri industriali l’unica diminuzione nell’utilizzo delle ore è nel legno con circa il 15% di ore di Cig in meno.
«Gli strumenti difensivi a disposizione, dopo il jobs act, sono molto ridotti rispetto al passato; urge, dunque, ripensare il sistema degli ammortizzatori. Su questo, abbiamo avviato un confronto con il Governo che si spera porti nella legge di bilancio a modifiche sostanziali. Nella nostra regione, purtroppo, la crisi non si è mai arrestata e risentiamo maggiormente di un ritardo nello sviluppo industriale e infrastrutturale. Le possibili conseguenze di un stagnazione dell’economia nazionale ed europea rischiano di diventare gravissime e di segnare un ulteriore aggravamento della situazione occupazionale delle Marche. Le scelte che il Governo definirà nella manovra economica potranno essere decisive per il futuro», conclude Santarelli.