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Programma Von der Leyen per l’Ue, Gallegati: «Chi paga Green Deal e piano casa? Si potrebbe finanziarli stampando denaro»

Tra i punti salienti toccati da Von der Leyen il Green New Deal, che dovrebbe essere più soft stando agli annunci, e la questione casa con un'edilizia a prezzi accessibili per le famiglie più vulnerabili

Unione europea, bandiera
(Foto di Talpa da Pixabay)

«L’impatto della rielezione di Von der Leyen alla guida della Commissione Europea? Il suo programma è vecchio, perché incentrato su due pilastri, mercato libero e crescita, che però negli ultimi 50 anni si sono dimostrati inadeguati». A dirlo è l’economista dell’Università Politecnica delle Marche, Mauro Gallegati. Nel programma che Von der Leyen ha illustrato alla Plenaria dell’Europarlamento ha parlato di uno scudo aereo per difendere l’Europa, inoltre ha annunciato la nomina di un commissario.

Tra i punti salienti toccati da Von der Leyen il Green New Deal, che dovrebbe essere più soft stando agli annunci, e la questione casa con un’edilizia a prezzi accessibili per le famiglie più vulnerabili con la nomina di un commissario. Gallegati è critico perché osserva che «la rieletta presidente della Commissione Europea parla di Green New Deal ma non spiega come finanziarlo, lo stesso vale per il piano casa. Ha espresso l’intenzione di nominare un commissario – prosegue – ma quando parla dei fondi dice che saranno sia pubblici che privati senza specificare in che quota».

Se è apprezzabile e chiaro l’obiettivo di rendere disponibili nuove abitazioni, evidenzia, «non è chiaro chi pagherà e se ci sarà erosione di suolo. Su questo non una parola. Non sappiamo come procederà per attuare queste due riforme importanti».
Per una regione come le Marche che vanta un patrimonio edilizio vecchio, si apre un doppio problema, da un lato quello dell’efficientamento con la necessità di avere fondi per procedere e dall’altro dover costruire nuove abitazioni dato che «sulla costa non c’è più spazio e le aree interne sono soggette allo spopolamento».

L’ideale, secondo l’economista, sarebbe «efficientare il patrimonio edilizio esistente, per evitare problemi ambientali, ma anche in questo caso il problema è chi paga». Per quanto riguarda il Green Deal, Gallegati ricorda che i commissari saranno nominati solo ad ottobre e che il piano ha ritmi serrati che necessitano di fondi per essere attuati.

Come rendere questo processo possibile? L’economista ricorda che «quando le banche erano in crisi è stato stampato denaro per salvarle, si può pensare di fare lo stesso per finanziare la transizione ecologica». I settori su cui si dovrebbe puntare il faro dell’efficientamento sono riscaldamento, trasporti e produzioni industriali.

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