ANCONA- L’obiettivo è raggiungere il 3% per arrivare in Parlamento, certo non sarà semplice ma secondo CasaPound le premesse per ottenere il risultato ci sono dato l’interesse che si sta sviluppando intorno al movimento. Ieri pomeriggio (7 febbraio) ad Ancona, circa 150 persone hanno partecipato all’incontro di CasaPound con il segretario nazionale Simone Di Stefano per presentare il programma elettorale e la candidatura alla Camera dei Deputati dell’anconetano Emanuele Mazzieri (Collegio uninominale 4). Nonostante i ripetuti cambi di location, a cominciare dal diniego del Sindaco Mancinelli per l’utilizzo dell’ex sala consiliare a Palazzo del Popolo, alla fine è stato Palazzo Camerata ad ospitare l’evento. Non senza le polemiche tanto che gli antifascisti hanno occupato la sala alcune ore prima dell’incontro con Di Stefano.
«Il Comune alla fine si è dovuto adeguare alle norme di legge e quindi ci è stato concesso l’utilizzo della sala. Avevamo trovato degli spazi privati nel caso in cui non fossimo riusciti a svolgere l’incontro in uno spazio pubblico ma alcune persone antifasciste hanno minacciato gli alberghi per farci togliere la sala» spiega Emanuele Mazzieri.
Mazzieri, quali sono i punti principali del programma elettorale di CasaPound e per quale motivo ha deciso di aderire al movimento?
«Il programma spazia a 360° su ciò che riguarda la vita pubblica, l’assistenza ai disabili, la protezione civile, la politica. CasaPound non fa solo politica, è presente nella vita di tutti i giorni. I fatti e non solo le parole, mi hanno spinto ad aderire a CasaPound e a candidarmi. Le priorità sono molte a cominciare dal riprendere la sovranità che l’Italia ha perso nel corso degli anni per via dell’Unione Europea. Occorre riprendere il controllo dei confini, della moneta e degli accordi commerciali con le altre nazioni. L’Italia deve tornare ad essere lo Stato Sovrano che decide per l’interesse dei propri cittadini e non dei soggetti esterni al Paese».
Dopo le polemiche sulla concessione di spazi pubblici a CasaPound, adesso l’attenzione si è spostata sul corteo in programma sabato pomeriggio al Viale della Vittoria per ricordare gli italiani vittime delle foibe. «Provare a vietare un corteo in ricordo delle persone infoibate e prendersi l’onere di volercelo vietare è una cosa tremenda. La giornata di memoria per le foibe è legge dello Stato. Non è un corteo politico, è organizzato da noi ma non ha niente a che fare con la campagna elettorale. CasaPound non si occupa solo di politica e ne è un esempio la presentazione del libro dello scorso dicembre».