ANCONA – «Sosteniamo convintamente Francesco Acquaroli perché è un giovane amministratore che conosce bene le Marche ed è sinonimo di capacità amministrativa. Questa regione per troppi anni anni non ha adottato alcun provvedimento di rilancio, né infrastrutturale né sanitario e tanto meno sociale. Con la nostra lista Popolari – Udc per le Marche vogliamo dare una casa volgendo lo sguardo al futuro e non al passato a tutti quegli italiani democratici cristiani che magari oggi preferiscono non andare al voto». Così il senatore Antonio Saccone, commissario regionale Udc ha ufficializzato il sostegno del partito nella corsa alla presidenza della Regione Marche, al candidato di centrodestra Francesco Acquaroli.
«Senza il centro non si vince – ha detto -, noi siamo la garanzia di un governo stabile». Saccone ha ricordato che l’Udc in tutte le regioni è al fianco del centrodestra e che il partito, dopo l’esperienza di supporto alla giunta Ceriscioli, ha deciso nelle Marche di fuoriuscire dalla maggioranza per tornare «nella nostra casa»: il centrodestra. Un rapporto, quello con il centrosinistra che si è interrotto nelle Marche 7 mesi fa, ha ricordato Saccone, spiegando che «se il centrodestra si appiattisce a destra non solo non vince, ma non raccoglie il consenso necessario per dare un governo stabile alla Regione Marche».
Al motto di “Le idee e i valori contano” i vertici regionali del partito, fra i quali anche il consigliere regionale Luca Marconi, i 5 segretari provinciali, presente anche l’ex presidente del Consiglio regionale Vittoriano Solazzi, hanno evidenziato la necessità di un cambiamento radicale per le Marche. L’ufficializzazione del sostegno questa mattina 3 luglio ad Ancona al Seeport Hotel.
Con l’occasione è stato mostrato lo spot elettorale che vede tra i protagonisti 5 persone comuni delle province marchigiane, rappresentative dei diversi spaccati della società: dal 24enne precario dell’ascolano che pone l’accento sulla questione lavoro, alla mamma di tre figli di Ancona che esprime le difficoltà delle famiglie di oggi, dalla professionista che pone l’accento sull’importanza dei piccoli ospedali, al terremotato 60enne del fermano che vive ancora nel container e che ha perso la speranza di tornare nella sua casa. Poi un 54enne urbinate cuoco e proprietario di due ristoranti che ha aperto la sua casa ad ex carcerati e alle persone con difficoltà psichiche, rappresentativo dei valori cristiani del partito.
Le stesse storie che mostrano quel volto delle Marche sul quale il candidato alla presidenza Francesco Acquaroli intende concentrarsi nell’ambito di un programma che punta su ricostruzione, sanità, lavoro, infrastrutture.
Saccone nel suo intervento ha sottolineato che l’ultima opera pubblica realizzata nelle Marche è stata la quadrilatero, ideata dal centrodestra, inoltre ha evidenziato il record negativo della Regione sul fronte dell’impiego dei fondi europei: «Non sappiamo sfruttare i fondi Fes per lo sviluppo economico» ha dichiarato, puntualizzando che dei 584 milioni destinati alle Marche ne sono stati impiegati in 7 anni solo il 7% (120 milioni), mentre sul fronte dei fondi europei dedicati all’occupazione, su 288 milioni sono stati utilizzati 72 milioni. «Siamo quartultimi nella classifica nazionale» ha detto evidenziando la necessità di dover ottimizzare le risorse ma anche il personale, specie sul fronte sanitario.
Il consigliere regionale Luca Marconi ha rimarcato la frattura con il centrosinistra avvenuta 7-8 mesi fa «quando hanno cercato di ingaggiare i 5 Stelle con i quali non abbiamo punti di contatto sul piano dei contenuti». Poi ha ricordato che «la Regione sta arretrando bestialmente» e che per un rilancio occorre puntare sulle nuove generazioni portatrici di idee fresche. «Le botte sono state tante – ha detto – dalla crisi finanziaria globale, al crac delle banche, dal sisma alla crisi attuale legata al coronavirus».
Ma l’appoggio è arrivato anche da Vittoriano Solazzi, ex presidente del Consiglio regionale che ha evidenziato fra i punti di convergenza con il candidato di centrodestra e più in generale con l’Udc, non solo idee e valori comuni, ma anche il riconoscimento dell’esperienza amministrativa e politica di Acquaroli e delle sue capacità. «I temi da affrontare sono tanti e da far tremare i polsi» ha spiegato ponendo l’accento sulla «lacunosa gestione» dell’amministrazione regionale uscente che «in 5 anni ha marginalizzato le Marche rispetto al resto d’Italia».
Tante le priorità nell’agenda di Acquaroli che, sollecitato dai giornalisti a margine della conferenza stampa su quale sarà la prima opera su cui intende mettere mano, ha dichiarato che «la ricostruzione è il primo fascicolo da portare in tutte le sedi per dare una risposta a chi da 4 anni non ha più una casa». «Ci aspettano mesi importanti per la campagna elettorale, dovremo andare sul territorio, in mezzo ai cittadini sfiduciati perché la nostra Regione è in piena fase recessiva. La politica deve assumersi le sue responsabilità, serve nuovo entusiasmo per affrontare la sfida delle infrastrutture, del lavoro, delle famiglie, della ricostruzione e della sanità».
Criticità sulle quali Acquaroli ha detto di voler intervenire invocando un tavolo di confronto con parti sociali, categorie, famiglie e imprese, così da arrivare ad una soluzione per risolvere i nodi che attanagliano la regione. «Non abbiamo la bacchetta magica – ha dichiarato – ma la volontà di metterci a disposizione e di metterci in gioco». Insomma un approccio inclusivo, quello di Acquaroli, che punta a risollevare le Marche ulteriormente afflitte dalla pandemia.
Il candidato alla presidenza regionale per il centrodestra ha rimarcato l’indagine della Banca d’Italia che stima una perdita importante in termini di Pil, «occorre invertire questa tendenza e bisogna farlo con progetti chiari, concreti e facilmente fruibili da tutti, aprendosi e cercando di condividere questa sfida con l’obiettivo della ripresa».
Inoltre, ha evidenziato la volontà delle parti sociali di partecipare, «una volontà che non è stata appieno colta da chi ha amministrato questa regione». La ricetta per risollevare la situazione è quella di puntare sulle filiere, «non deve esserci rivalità fra grandi imprese e piccole medie imprese. Fra i dati emersi dal report della Banca d’Italia abbiamo visto l’impoverimento della piccola impresa con regresso del 10% nel reddito delle famiglie e del 26% per i lavoratori autonomi».
Un’intesa, quella con l’Udc, che, come ha spiegato lo stesso Acquaroli, trova le sue ragioni nel fatto che «si ricongiunge con quei valori che sono fondamentali per garantire un’alternativa al governo della Regione Marche».