ANCONA – Effetto post Umbria? Macché, «un errore averla trasformata in un test nazionale». A dirlo è l’esponente del Pd e già parlamentare, Emanuele Lodolini, che ha voluto lanciare una riflessione ad ampio raggio in vista delle elezioni regionali di primavera, dopo l’incontro avvenuto dei giorni scorsi al Touring Hotel di Falconara Marittima, al quale hanno partecipato la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli e il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni.
«Che in Umbria evitare la sconfitta fosse un’impresa quasi impossibile lo sapevamo. Inutile prenderci in giro», spiega Lodolini aggiungendo che «alla foto di Narni con i leader dei partiti oggi al Governo io preferisco la foto dei nostri sindaci eletti negli ultimi due anni. Preferisco la foto con i sindaci di Ancona e Osimo che potrebbero spiegare bene a Roma come si fa a vincere. Da loro il Pd deve ripartire. Dalla loro energia, visione, concretezza. Dal fatto che stanno ogni giorno sul campo, chiamati dalla realtà a fare politica. Ed è un grande insegnamento».
Parlando del “metodo Ancona”, termine coniato un anno fa dopo la riconferma della Mancinelli alla guida della città dorica, Lodolini boccia le «alleanze locali improvvisate in poche settimane», spiegando che «servono mesi e devono partire dai temi, dai programmi, dai bisogni delle persone, devono ritrovarsi non in leadership improvvisate ma popolari, competenti e in grado di dare un valore aggiunto». Insomma servono «alleanze larghe intorno a progetti chiari e leadership forti. Senza calare dall’alto soluzioni. E soprattutto bisogna stare in mezzo alle persone, far sentire che siamo aderenti ai loro bisogni».
Ancora sull’alleanza Pd-M5s: «Il Governo deve dimostrare che serve all’Italia e non che serviva solo per fermare Salvini. Altrimenti Salvini ne uscirà rafforzato. Basta balzelli sulla legge di bilancio. L’obiettivo principale era evitare l’aumento dell’Iva», ma ora «serve una svolta programmatica per i prossimi 3 anni».