ANCONA – Acquaroli al 49%, Mangialardi al 35,8%, mentre Mercorelli si ferma al 10,1% e gli altri cinque candidati (Banzato, Contigiani, Iannetti, Mancini, Pasquinelli) si attestano intorno all’1%. È la fotografia scattata dal sondaggio del Corriere della Sera sulle preferenze prima del voto del 20 e 21 settembre, quando i marchigiani saranno chiamati alle urne per scegliere il nuovo governatore e i nuovi consiglieri.
Andando ad analizzare il quadro delle liste, la Lega con il 25,7% è il primo partito, in netto vantaggio sugli altri grazie a un raddoppio dei consensi rispetto alle precedenti elezioni regionali. Subito dietro c’è il Pd con il 19% (in flessione) rispetto al 2015, poi Fratelli d’Italia che si attesta al 16,7%, in forte crescita sia rispetto alla precedente tornata elettorale che alle Europee. Il Movimento 5 Stelle si ferma invece al 10,1%, perdendo consensi rispetto alle scorse regionali quando si posizionò tra il 18 e il 19%. E al 10,1% si posiziona la lista Mangialardi presidente. Le altre liste si piazzano tutte al di sotto. Indecisi a quota 17,2%.
«C’è grande soddisfazione – commenta il commissario regionale della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti -; si sta palesando quello che abbiamo sempre sostenuto e cioè la voglia di cambiamento vera che c’è da parte dei marchigiani rispetto a un sistema che ha fallito sotto tutti gli aspetti».
Marchetti punta il dito contro gli indicatori economici che danno la regione in scivolata verso il sud Italia, il livello infrastrutturale presente nella regione, i tempi di attesa in sanità, l’impiego dei fondi europei psr «dove le Marche è penultima per la gestione». «C’è bisogno e voglia di cambiamento: il centrodestra e la Lega non hanno mai governato, ora è arrivato finalmente anche nelle Marche il momento di voltare pagina, come avvenuto anche in tante altre regioni, inclusa l’Umbria». «È ora di ridare le Marche ai suoi veri e unici proprietari: i cittadini. Non siamo qua per sostituire un potere con un altro, ma siamo qua per governare finalmente bene, con criterio e cuore questa regione come merita, essendo una delle regioni più belle d’Italia e indubbiamente con un potenziale incredibile. Le Marche sono come una Ferrari con il freno a mano tirato: noi siamo qua per sganciare il freno a mano».
«Tutti i sondaggi sono molto discutibili – commenta il segretario regionale del Pd Giovanni Gostoli -. Mi ricordo quelli di cinque anni fa: ogni settimana usciva una proiezione con Spacca in vantaggio oppure testa a testa, ma poi è arrivato quarto. L’unica cosa sicura è che ci sono tantissime persone indecise, circa 150 mila tra coloro che hanno intenzione di andare a votare. Saranno decisivi questi ultimi venti giorni. Mangialardi sta facendo bene. La sfida si giocherà in una manciata di voti e ancora deve crescere il clima attorno alle elezioni regionali. La destra strumentalizza i sondaggi, perché non ha un programma e il suo candidato è debole, per questo motivo lo nascondono».
A gongolare per l’esito del sondaggio è anche il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Emanuele Prisco: «Anche i recenti sondaggi confermano una voglia di riscatto per le Marche. Acquaroli è in forte vantaggio, Mangialardi annaspa e non recupera nulla. I marchigiani vogliono cambiare e apprezzano il nostro progetto di governo per ricostruire le Marche, dopo i fallimenti della sinistra. Quello che parte dall’ascolto e dal confronto degli amministratori con le categorie e i cittadini che fino ad oggi è mancato ed è stato sostituito da una politica che guardava dall’alto e decideva in modo autoreferenziale. Non vogliamo sostituire un sistema con un altro, ma dare spazio alle migliori energie di questo straordinario territorio e far rinascere le Marche. Non ci montiamo la testa ci interessa dare risposte alle esigenze dei marchigiani».
«Abbiamo visto come diversi sondaggi abbiano riportato esiti con una forbice di valori molto ampia – commenta il facilitatore del Movimento 5 Stelle Giorgio Fede -. Da tutti i sondaggi risulta inoltre ampio il numero degli elettori indecisi o che ancora pensano di non esprimere la loro preferenza. Al di là del valore sempre relativo dei sondaggi, mancano ancora 20 giorni per far capire ai cittadini marchigiani che l’unica alternativa per una gestione sana della Regione, a partire da una sanità pubblica e diffusa, fino a un cambio di passo anche nel supporto alla ripartenza economica, o della gestione delle infrastrutture, è il Movimento 5 Stelle col candidato presidente Gian Mario Mercorelli».
Secondo Fede le forze politiche “tradizionali” «propongono le stesse modalità di gestione della cosa pubblica, lo hanno dimostrato coi fatti, basti pensare alla sanità marchigiana e lombarda, o alla gestione clientelare di molti settori, e ai danni che procurano, in tempi normali e in pandemia. Dobbiamo lavorare per far comprendere questi fatti evidenti a più cittadini possibile, convincerli che partecipare al voto resta l’unica possibilità di cambiamento, con l’unica scelta di discontinuità dalle gestioni precedenti di destra e di sinistra. Anche il referendum sarà un’opportunità per richiedere un taglio alla vecchia partitocrazia: l’unico voto utile è quello al Movimento 5 Stelle».