ANCONA- Giancarlo Sagramola, ex sindaco di Fabriano, da ottobre 2017 è il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico. È stato eletto con l’85% delle preferenze. Un’intervista a tutto campo per parlare del suo ruolo, del suo impegno per il PD e delle prossime elezioni politiche e amministrative.
Da sindaco di una città importante come Fabriano a segretario provinciale del Pd Ancona. Che cosa cambia?
«Bisogna guardare le cose con un’ottica diversa. Come sindaco si amministra il bilancio, una comunità di persone, c’è una rappresentanza più diretta. Da segretario del Pd della provincia di Ancona bisogna avere a cuore i problemi di tutti, i problemi del partito al suo interno e tenere presente quelli della provincia. Si devono ritessere le fila tra segretari di partito, tra gli amministratori e gli iscritti. Riprendere il progetto del Partito Democratico e rilanciarlo per la campagna elettorale».
Si aspettava di essere eletto con l’85% delle preferenze?
«Era fondamentale trovare unità all’interno del partito, non solo sulla candidatura ma anche sul progetto. Avere l’85% dei consensi è importante per tutta la provincia. L’obiettivo era ricondurre il partito a un ragionamento comune. Penso che ci siamo riusciti».
Quali sono i primi impegni da segretario?
«Sto cercando di conoscere e di farmi conoscere da tutti. In questo periodo ho partecipato agli incontri richiesti dai circoli del territorio che sono oltre 40. Ho cercato di essere presente anche dove non sono riuscito ad andare durante il periodo elettorale. E poi ho convocato due assemblee e una direzione».
Quali obiettivi futuri intende perseguire nel suo ruolo di segretario?
«Gli impegni sono gli stessi scritti nella mozione: rinsaldare i rapporti del partito, conoscere i problemi dei Comuni, prendere in carico la gestione politica dell’area su cui il partito insiste per dare omogeneità alla nostra azione. Ad esempio i servizi collettivi: acqua, rifiuti, trasporti, ambiente, dissesto idrogeologico e impresa. Faremo un’iniziativa importante sul lavoro, abbiamo sofferto tanto per la perdita di occupazione e dobbiamo cercare di capire come recuperarla. Il partito deve essere il luogo dove si propongono idee, dove si pensa più in grande. Il nostro compito è elaborare idee e far sentire le persone partecipi di un progetto».
Si avvicinano le politiche del 4 marzo. C’è qualcosa da cambiare del modello PD? Qualcosa che non funziona?
«Si dà sempre colpa al PD. Adesso anche per i sacchetti biodegradabili a pagamento al supermercato in sostituzione di quelli di plastica. L’Italia applica una normativa internazionale per riduzione l’inquinamento e invece girano fake news su Renzi, che sarebbe un suo provvedimento per aiutare amici e cugini di terzo grado impegnati nella fabbricazione di sacchetti. Al di là di questo, in questo periodo come Pd abbiamo sostenuto le candidature nel territorio, riconosciuto il buon lavoro dei nostri rappresentanti in Parlamento. Ci sono molte leggi che portano le firme dell’On. Lodolini e dell’On. Carrescia. Bisogna pensare al lavoro del PD in questi anni di Governo: le risorse alle Forze dell’Ordine, il bonus di 80 euro all’interno della busta paga, quello che è stato fatto per l’immigrazione e per il reddito di inclusione. E poi il Job Act che io difendo perché ha portato lavoro e ha fatto emergere il lavoro nero. Credo che la campagna elettorale si giocherà su questi aspetti. Penso che Lodolini e Carrescia alla loro prima esperienza in Parlamento, possano riconfermare la loro presenza. Oltre a loro, potranno presentarsi altre personalità del territorio con capacità ed esperienza amministrativa».
Quali sono invece i punti a vantaggio del partito?
«Il radicamento sul territorio. Governiamo la Regione Marche, siamo una forza attenta e responsabile che non butta fango e veleno. Siamo una compagine che capisce problemi ed elabora soluzioni. Cerchiamo di capire le necessità della comunità e comunichiamo le nostre proposte. Occorre parlare alla gente, recuperare il rapporto con le persone, spiegare e condividere. Non bisogna affidarsi e ascoltare solo i mass media. Al centro del progetto che si sta elaborando per le elezioni ci sarà il lavoro. La cosa importante adesso è il 4 marzo che sarà propedeutico alle amministrative. È la chiave di tutto».
Ad Ancona ci saranno le elezioni amministrative e Valeria Mancinelli è il candidato sindaco del Pd. Che cosa ne pensa? Ha già avuto modo di confrontarsi con lei?
«Con Valeria abbiamo sempre parlato in questi anni. Credo che, con giunta e maggioranza, abbia amministrato bene. Ha fatto la scelta di riproporsi alle primarie ma non ci sono stati contendenti. Stiamo tessendo le fila dell’alleanza e delle forze politiche che stanno sostenendo la candidatura della Mancinelli. Ad Ancona c’è una bella coesione. Si sta costruendo il progetto con un gruppo ampio e c’è una bozza di programma abbastanza definita. Per quanto riguarda la campagna elettorale siamo a buon punto. Si tratta di affrontarla bene alle politiche e di rilanciarla quando ci saranno le elezioni comunali».
Oltre ad Ancona, si tornerà alle urne per scegliere il sindaco anche a Falconara e Chiaravalle. Ci sono elementi comuni per affrontare le tre campagne elettorali? «Sono tre situazioni diverse. Ad Ancona partiamo da un’amministrazione che governa da 5 anni con risultati evidenti. A Falconara invece il PD è all’opposizione. In questi anni ha lavorato in maniera responsabile, ha evidenziato problemi e ora propone soluzioni. Il candidato sindaco, Marco Luchetti ha esperienza e sta recuperando rapporti con il territorio. A Chiaravalle invece i rapporti con l’attuale sindaco, la cui lista civica è stata appoggiata dal Pd alle precedenti elezioni amministrative, sono entrati in difficoltà. Stiamo intrattenendo rapporti con soggetti che possano partecipare alla nostra coalizione, bisogna capire se il progetto si può condividere e con quali persone».