FALCONARA – Ieri la notizia dell’avvio del processo il 21 settembre. Danni alla salute dei cittadini, danni patrimoniali, degrado del territorio, danni all’immagine, al prestigio e alla reputazione dell’ente locale: per questi motivi il Comune di Falconara si è costituito parte civile nel processo contro i responsabili dell’azienda Bufarini di via Saline e la società stessa, imputati per inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose nel periodo compreso tra il 2015 e il 2018. La legittimazione del Comune a costituirsi parte civile, richiesta tramite l’avvocato Roberto Tiberi, è stata riconosciuta nell’udienza preliminare di ieri, martedì 26 gennaio, insieme al rinvio a giudizio degli imputati.
«Ritengo sia importante tutelare i cittadini di Falconara, il territorio e l’immagine di questo ente ed era quindi doveroso partecipare come parte civile al processo – è il commento del sindaco Stefania Signorini –Per troppo tempo i residenti e lo stesso territorio sono stati martoriati dalle emissioni e il procedimento avviato dalla magistratura potrebbe fare finalmente chiarezza su quanto effettivamente accaduto, permettendo così di evitare che accada di nuovo. Con la costituzione di parte civile l’amministrazione comunale fa seguito alle azioni già intraprese, quelle per il monitoraggio della qualità dell’aria e quelle legali, come l’esposto per le esalazioni del settembre 2020».
Con la costituzione di parte civile, nel dettaglio, il Comune di Falconara lamenta i danni alla salute degli abitanti dovuti alle emissioni, in qualità di ente locale preposto al governo e alla tutela del territorio e in quanto soggetto che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. I danni patrimoniali sono invece dovuti alla necessità di cofinanziare un sistema di monitoraggio delle emissioni e all’impiego di personale nei sopralluoghi anche in orario straordinario, spese sostenute con soldi pubblici. Il Comune di Falconara lamenta anche il pregiudizio subito per il degrado arrecato al territorio. Infine l’ente ha subito un grave danno all’immagine, al prestigio e alla reputazione, «beni essenziali ai fini della sua credibilità politica – si legge nella costituzione di parte civile –. Non può dubitarsi che la lesione di tali valori, alla cui tutela il Comune ha un diritto costituzionalmente garantito, determini sicuramente, e di per sé, un danno non patrimoniale, costituito dalla diminuzione della considerazione dell’ente da parte dei cittadini in genere o di settori o categorie di essi con cui interagisce».
L’amministrazione comunale ha scelto di farsi rappresentare dall’avvocato Tiberi per le sue competenze in materia ambientale: il legale è autore di articoli e libri sull’ambiente (tra questi, ‘Il diritto alle informazioni ambientali’), consulente di enti pubblici, già commissario presso il ministero dell’Ambiente della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas e docente nell’ambito di master in materia di diritto e ambiente.