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Estate alle porte, ecco l’ansia da prova costume. La psicologa: «Vi spiego cos’è la vigoressia»

Nessuno sembra potersi sottrarre alla fatidica "prova costume"; l'attitudine a voler dimagrire o diventare più muscolosi in vista dell'estate può evolvere nella sindrome da bikini. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Katia Marilungo

ANCONA – Si avvicina l’estate e la tanto stressante (per alcuni) prova costume. Le palestre, infatti, sono state prese d’assalto, come ogni anno in questo periodo. Colpa dell’ansia da prova costume? È plausibile. E noi ne abbiamo parlato con la presidente dell’Ordine degli psicologi delle Marche, dottoressa Katia Marilungo.

Dottoressa Marilungo, ogni anno, in palestra, in questo periodo, crescono le iscrizioni, probabilmente in vista dell’estate. L’ha riscontrato anche lei? È normale volersi mettere in forma in vista della prova costume o è un’ossessione quella per un corpo perfetto?
«L’ansia da prova costume è riscontrabile nel 45% delle persone. Percentuale, questa, che può salire al 60% nelle donne. Alla base di questo disagio e preoccupazione così diffuso c’è il mancato raggiungimento della forma fisica desiderata e la costante insicurezza riguardo il proprio corpo. Complice anche il confronto con gli altri, paragonando il proprio aspetto esteriore con gli standard estetici predominanti nella società».

Katia Marilungo, presidente Ordine psicologi Marche

In questo periodo, si parla molto di disturbi alimentari. Ma anche sulla vigoressia è importante tenere la guardia alta. Dietro un bel corpo, si può celare davvero un disturbo psicologico, giusto? Che cos’è la vigoressia e come affrontarla?
«I disturbi alimentari rappresentano ormai una vera e propria epidemia sociale. In Italia, coinvolgono più di tre milioni di persone, soprattutto di sesso femminile, il 10% delle ragazze tra i 12 e i 25 anni. Sono disturbi molto complessi e per affrontarli è necessario tenere conto delle varie componenti che contribuiscono all’insorgenza e al mantenimento dei sintomi».

Prosegua…
«Uno di questi è la vigoressia, ossia la fissazione che il proprio corpo presenti qualcosa di sbagliato per cui si soffre e si vedono imperfezioni dove non ci sono (sempre relative al proprio corpo); un esempio è la paura di perdere il tono muscolare e, per tal motivo, ci si sottopone a costanti e pesanti allenamenti in palestra».

Chi si iscrive in palestra in vista della prova costume – per così dire – potrebbe essere affetto da vigoressia, o no?
«Non credo ci sia una correlazione tra l’iscriversi in palestra in vista della prova costume e la vigoressia. Al contrario, questo atteggiamento denota un non corretto stile di vita, perché la cura del proprio corpo non deve essere ad andamento stagionale, bensì deve far parte di un corretto stile di vita. Il volersi mettere in forma per l’estate denota una profonda insicurezza personale e un’attenzione più rivolta verso un giudizio esterno che ad un atteggiamento più sano che è quello di amarsi e piacersi 365 giorni l’anno».

Dottoressa, a questo punto, riavvolgiamo il nastro. La domanda regina è: come convivere pacificamente con il proprio corpo?
«La risposta è molto semplice: ognuno ha una propria storia, una propria genetica, un proprio percorso di vita. Il nostro corpo parla di noi, del nostro stile di vita, della nostra vita lavorativa e del nostro stile alimentare. Sappiamo che l’idea del corpo ideale è cambiata nelle varie fasi storiche ed è diversa da cultura e cultura e da Stato a Stato. Una sana consapevolezza di sé stessi e un ritrovato amor proprio, uniti a uno stile di vita salutare, sicuramente sono la risposta migliore in vista non solo dell’estate».