ANCONA – La ministra dell’università e della ricerca ad Ancona: blitz della forzista Anna Maria Bernini al ristorante ˊL’ascensoreˊ (di Denise e Luigi Catalano), nella splendida cornice del Passetto, dove si è concessa un aperitivo politico, per così dire. Ad accoglierla e a fare gli onori di casa, il sindaco dorico, Daniele Silvetti, che tra l’altro da qualche mese ha un ruolo di spicco nella segreteria nazionale particolare di Forza Italia, il partito fondato da Silvio Berlusconi.
Bernini è arrivata al Passetto attorno alle 12. Durante la giornata, ha anche visitato la facoltà di Medicina dell’Univpm, l’Università Politecnica delle Marche. Nel suo discorso ai giornalisti, ha parlato di «sanità, ricerca e università, che devono lavorare insieme per ottenere i migliori risultati. L’abbattimento delle liste d’attesa è una priorità, la salute è la (!) priorità. Se si ferma la salute, si ferma tutto».
La ministra ha fatto tappa nel capoluogo per sostenere il proprio partito alle Europee: «Abbiamo il dovere di fare in modo che il sistema sanitario, per quanto di nostra competenza come Ministero, cioè formazione, alta formazione e scuole di specializzazione, formino bravi medici, non solo più medici, ma medici bravi, che siano in grado di affrontare un mondo che cambia continuamente. Noi stiamo formando persone che lavoreranno con strumenti che in parte ancora non esistono, svilupperanno professionalità che in parte ancora non esistono. E questo è estremamente sfidante, ma noi che siamo il Paese della grande scienza, che ha inventato e creato tanto e che sta continuando a inventare tanto siamo all’altezza di questa sfida».
Ieri (4 giugno), è stata invece la volta dell’ex premier Paolo Gentiloni, ora commissario europeo per gli affari economici ed europei, che sostiene la candidatura alle Europee del sindaco di Pesaro, Matteo Ricci: «L’offensiva di questa destra nasce in fondo dai buoni risultati che l’Unione Europea ha raggiunto negli ultimi 4-5 anni. Questo è il paradosso – ha detto fuori dal Teatro delle Muse, in piazza della Repubblica – Sono passati solo 5 o 6 anni da quando i partiti principali di questa destra populista e sovranista, dalla Lega al partito di Marine Le Pen, al partito che adesso è maggioranza relativa in Olanda, avevano in mente l’uscita dall’Unione Europea, l’uscita dall’euro».
«Adesso – ha rilanciato – nessuno di questi partiti si sogna neanche di parlare dell’uscita dall’Unione Europea o dell’uscita dall’euro. Le destre vogliono rendere fragile il progetto europeo dall’interno. Vogliono entrare dentro e cercare di minare le fondamenta di questo progetto e quindi in un certo senso la partita è più facile perché non c’è nessuno più, neanche gli inglesi. Quando guardate i sondaggi di oggi, gli inglesi tutto sommato si sono pentiti, il 60% degli inglesi farebbe volentieri marcia indietro dalla decisione della Brexit. Quindi lo spauracchio non è più quello che si affermino delle forze politiche che vogliono portare i rispettivi paesi fuori dall’Europa. Lo spauracchio è che se si afferma una destra di questo genere – ha concluso – avremo un’Europa meno in grado di fare le cose che per noi, per i cittadini italiani, per i democratici, per quelli che scommettano sul progetto europeo, sono fondamentali». Poi, il Commissario Ue si è concesso un caffè da Amarcord, con vista sul porto.