Ancona-Osimo

Eutanasia, Pd e 5 Stelle all’attacco. Mangialardi: «Nessuna risposta soddisfacente dall’assessore Saltamartini»

Il capogruppo consiliare dei dem attacca sui ritardi nella verifica del farmaco per il suicidio medicalmente assistito a cui ha chiesto di ricorrere Mario, il 43enne tetraplegico marchigiano immobilizzato da più di 10 anni per un incidente stradale. Critico anche il gruppo del M5s

ANCONA – «L’assessore regionale Saltamartini non si smentisce mai. Neppure di fronte al dolore di Mario, il nostro concittadino tetraplegico che ormai da quasi due anni si batte per farsi riconoscere il diritto di accedere alla morte medicalmente assistita, come previsto dalla ormai nota sentenza 242 della Corte costituzionale, riesce ad assumersi le proprie responsabilità e a prendere una decisione chiara a nome della giunta regionale. L’assessore, e con lui il presidente Acquaroli, preferisce nascondersi, cavillare, disorientare, pur di non decidere».

Ad andare all’attacco è il capogruppo regionale del Pd Maurizio Mangialardi dopo la risposta ricevuta dalla Giunta, giudicata «insoddisfacente», all’interrogazione presentata dai dem sul caso di Mario, il tetraplegico marchigiano rimasto immobilizzato ormai più di 10 anni fa in conseguenza ad un incidente stradale.

La risposta dell’assessore

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità

L’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini rispondendo in Aula all’interrogazione presentata non solo dai dem, ma anche dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle (Ruggeri e Lupini), ha rimarcato che «il tema è stato trattato ampiamente con la sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale, la quale consulta ha dichiarato parzialmente illegittimo dal punto di vista della costituzionalità l’articolo 580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità d chi agevola l’esecuzione del proposito suicida» ed ha spiegato che «occorre tener conto che la corte sempre con la sentenza 242 del 2019 al punto 6 ha chiarito che i medici non hanno alcun obbligo di procedere all’aiuto del suicidio assistito in quanto la medicina è una pratica che pone al centro la tutela della vita e il prendersi cura della persona».

Inoltre ha ricordato che «il Tribunale di Ancona con ordinanza del 9 giugno 2021 ha precisato che in assenza di una disciplina statale sulla prestazione d’aiuto al suicidio medicalmente assistito, dal diritto a rifiutare le cure non si può desumere il riconoscimento del diritto ad essere aiutati a morire tramite ricorso al servizio sanitario nazionale» e che «la questione del fine vita deve essere rimessa al parlamento».

La vicenda

Nei giorni scorsi l’uomo, 43enne, dopo aver ottenuto il parere favorevole del Comitato Etico sulla presenza dei 4 requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia, era tornato nei giorni scorsi, tramite i legali dell’Associazione Luca Coscioni, a diffidare nuovamente la Asur (Azienda Sanitaria Unica Regionale) Marche, perché inadempiente in merito all’ordine emesso dal Tribunale di Ancona di verifica anche sul farmaco letale che Mario assumerà con autosomministrazione.

L’ultimo passaggio da effettuare, prima di poter accedere legalmente alla morte medicalmente assistita, secondo l’iter stabilito dalla sentenza Cappato/Antoniani della Corte costituzionale. Dopo la diffida, la battaglia personale e politica di Mario, al fianco dell’associazione del segretario Filomena Gallo, anche coordinatore del suo collegio di difesa e del tesoriere Marco Cappato, passa dall’invio di una lettera all’indirizzo dell’Asur Marche, del Comitato Etico, del ministro della Salute Roberto Speranza e del presidente del Consiglio Mario Draghi, tutti gli attori in grado di intervenire (non solo “monitorare” come ha comunicato nei giorni scorsi il Ministro Speranza) per sbloccare la situazione sulla quale si era già pronunciato il Tribunale di Ancona.

Filomena Gallo, coordinatore collegio difesa di Mario

Nella sua missiva pubblicata sul sito dell’Associazione Coscioni, Mario aveva descritto «15 mesi interminabili di attesa fatta di agonia e tortura quotidiana» e sollecitando la verifica ordinata dal tribunale di Ancona del farmaco accusa: «Mi state condannando a soffrire ogni giorno di più ed essere torturato prima di ottenere l’ok per l’aiuto al suicidio assistito, che a seguito delle verifiche sulle quattro condizioni, mi spetta di diritto come stabilito dalla Corte costituzionale».

E ancora: «Senza più se è senza più ma, state calpestando un diritto a me riconosciuto e il vostro comportamento di una gravità assoluta mi state costringendo a soffrire giorno per giorno, mi state torturando».

Mangialardi attacca

Un caso delicatissimo sul quale Mangialardi dichiara «avevamo presentato un’interrogazione per conoscere le ragioni per cui l’Asur Marche, violando la decisione del Tribunale di Ancona, non ha fornito al Comitato etico regionale le informazioni in merito al farmaco più adatto per consentire a Mario di porre termine alle sue sofferenze in maniera rapida, indolore e dignitosa. Un’inadempienza che ha impedito al Comitato stesso di esprimersi definitivamente, nonostante avesse riconosciuto la sussistenza dei quattro requisiti indicati dalla Corte costituzionale per l’accesso alla morte medicalmente assistita. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta soddisfacente dall’assessore Saltamartini».

«Una giunta – conclude il capogruppo dei dem – che non ha il coraggio di rispondere, perché si vergogna delle proprie idee, che sa essere minoritarie nella società, ma che comunque intende imporle, anche ricorrendo a sotterfugi burocratici, non merita di governare una regione come le Marche, terra dove i diritti, la libertà e la solidarietà sono sempre state e continuano a essere elementi fondamentali della nostra identità. In ogni non finisce qui, continueremo a sostenere la battaglia di Mario e a presentare atti ispettivi finché la verità non verrà a galla».

Il Movimento 5 Stelle

Marta Ruggeri, capogruppo Movimento 5 Stelle

Critica anche la capogruppo pentastellata Marta Ruggeri che ha definito «deludente la risposta della giunta». «La società civile va avanti con un passo che la politica, o almeno una sua parte, non riesce a seguire» spiega.

«L’assessore Filippo Saltamartini – prosegue – si è limitato a ricostruire l’attuale stato delle cose, evitando però che la Regione si assuma responsabilità, come invece i 5 Stelle vorrebbero, rispetto a una decisione comunque sofferta dal punto di vista umano e divisiva dal punto di vista politico. Resta dunque il fatto che è ancora inascoltato l’appello di Mario, il quale ha chiesto anche con una recente lettera di essere liberato dalla sua attuale condizione, da lui stesso definita tortura. Il rispetto nei suoi confronti vorrebbe che, per quanto si tratti di una decisione molto difficile, si eviti di prolungare la sofferenza».