ANCONA – Nei primi nove mesi del 2022 l’export dei distretti marchigiani è stato pari a 3,5 miliardi di euro e ha registrato un aumento del 20,1% rispetto allo stesso periodo del 2021 e del 13,1% rispetto ai primi nove mesi del 2019. Nello specifico del terzo trimestre dell’anno, l’export distrettuale regionale ha registrato un aumento tendenziale del 21,6%, contro la media di +14% dei distretti italiani, facendo segnare il settimo trimestre di aumento consecutivo. Questo quanto emerge dal Monitor dei Distretti Industriali delle Marche realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
«Il 2022 è stato un anno che ha presentato complessità, soprattutto a livello macroeconomico, ma che ha confermato la capacità del tessuto produttivo marchigiano di reagire ai contesti di difficoltà: questo settimo trimestre consecutivo di crescita dell’export conferma la ritrovata competitività delle aree distrettuali marchigiane – spiega Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo – Nei primi nove mesi del 2022 come Direzione Regionale Intesa Sanpaolo abbiamo erogato 735 milioni di euro di nuovo credito a medio-lungo termine alle imprese delle Marche. Come prima banca italiana e della regione riteniamo doveroso sostenere con misure anche straordinarie le esigenze di liquidità delle imprese e, al contempo, continuare a stimolare gli investimenti strategici in particolare verso innovazione, digitalizzazione e sviluppo sostenibile».
Dall’analisi per singolo distretto emerge un quadro brillante: sono in crescita tutti i distretti marchigiani rispetto ai livelli di export di gennaio-settembre del 2021.
Il perido tra gennaio e settembre 2022 evidenzia la ripartenza dei distretti del sistema moda marchigiano, in crescita rispetto allo stesso periodo 2021 del 33%, meglio del complesso dei distretti del sistema moda italiani (+20%) e in pieno recupero anche rispetto ai livelli di export registrati nei primi nove mesi del 2019 (+7,1%).
Le Calzature di Fermo, primo distretto per export della regione con quasi 1,3 miliardi di euro di export nei primi nove mesi del 2022, ha registrato una crescita tendenziale del 34,1%, riuscendo a colmare ampiamente anche il gap rispetto ai livelli pre-pandemici (+8,8%). Il contributo maggiore è giunto dalla Cina, paese verso il quale si registra un vero e proprio balzo delle vendite (+135%), probabilmente sostenuto anche da un accordo di cooperazione tra distretti e imprese calzaturiere delle Marche e della regione del Sichuan, firmato a metà giugno 2021, che prevedeva un aiuto alle imprese del distretto a penetrare il mercato cinese.
Stessa dinamica per l’Abbigliamento marchigiano, che cresce del 27,8% rispetto al periodo gennaio-settembre 2021 e del 7,2% rispetto allo stesso arco temporale del 2019.
Per la Pelletteria di Tolentino (+34,7% tendenziale) si realizzano crescite diffuse verso tutte le principali destinazioni; spicca in particolare il mercato cinese, con una crescita che sfiora il 130% rispetto allo stesso periodo del 2021. Tuttavia si tratta dell’unico distretto marchigiano a non essere riuscito a superare i livelli di export dei primi nove mesi del 2019, registrando ancora un gap del 4,1%.
Molto positivo anche l’andamento del distretto più piccolo tra quelli della moda marchigiana, la Jeans valley di Montefeltro, che ha accresciuto le vendite all’estero del 31,3% rispetto ai primi nove mesi del 2021 e del 14% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il contributo maggiore è giunto dalla Francia.
Molto positiva la dinamica dei distretti del sistema casa: le Cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano, con un totale export di 759 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022 (secondo distretto marchigiano per vendite all’estero), segnano un +5,5% tendenziale (+20% verso lo stesso periodo del 2019). Anche in questo caso i principali mercati di sbocco (tutti europei) contribuiscono positivamente.
Le Cucine di Pesaro, con 267 milioni di euro di export, realizzano una crescita dell’8,1% tendenziale (+24,5% sul 2019); molto apprezzate le produzioni sul mercato americano (+47,8%), che risultano in crescita anche in Svizzera e Spagna. Si registrano invece cali in Germania, Russia, Francia e Canada.
Le Macchine utensili e per il legno di Pesaro hanno realizzato 418 milioni di euro di export nei primi nove mesi del 2022, con una crescita rispettivamente del 7,1% rispetto al 2021 e del 20,4% nei confronti del 2019; il primo mercato di destinazione, Stati Uniti, è quello che ha contribuito maggiormente segnando un +37%, ma è da rilevare anche il balzo in India, con il raddoppio dell’export.
Ottime performance anche per il Cartario di Fabriano, che con 208 milioni di euro di export nei primi nove mesi 2022 segna un +20,5% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +17% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il settore, tra i più energivori, è stato interessato anche dall’indisponibilità e dalla volatilità dei prezzi, sia della materia prima sotto forma di cellulosa vergine (spesso importata), sia della carta da macero, come “materia prima seconda”, sotto la spinta della maggior richiesta di imballaggi in cartone, in sostituzione di quelli in plastica.
Brillante l’andamento sui mercati esteri del distretto degli Strumenti musicali di Castelfidardo che è cresciuto in termini di export del 24,6% rispetto ai primi nove mesi del 2021 e del 31,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. Aumenti diffusi verso le principali destinazioni, in primis Stati Uniti, Cina, Svezia, Germania, Austria, Francia e Tunisia.
L’andamento delle esportazioni è stato buono sia verso i mercati maturi (+22,2% rispetto al periodo gennaio-settembre 2021) sia verso i nuovi mercati (+16,9%). Tra i principali sbocchi commerciali si rilevano aumenti significativi dell’export verso Stati Uniti (terza destinazione commerciale, +94 milioni di euro), Cina (quarta destinazione commerciale, +93 milioni di euro), Francia (prima destinazione commerciale, +68 milioni di euro), Germania (seconda destinazione commerciale, +56 milioni di euro) e Regno Unito (sesta destinazione commerciale, +34 milioni di euro). Si registano contrazioni dell’export solo verso Russia (ottavo mercato, -45 milioni di euro) e Ucraina (-14 milioni di euro).