FALCONARA – Rischio idrogeologico, arrivano altri 3,8 milioni di euro per completare la messa in sicurezza del territorio di Falconara grazie al nuovo finanziamento. I fondi statali, reperiti dalla Regione Marche, permetteranno di realizzare le ultime opere. In particolare, secondo le previsioni di amministratori, tecnici ed esperti, entro il 2023 saranno costruite le vasche di espansione a monte dei fossi San Sebastiano e Cannetacci e vedrà la luce anche il raccordo con il canale della Liscia, per scongiurare il rischio di esondazioni nell’abitato di Castelferretti e nella zona industriale.
«Oltre alle due vasche di espansione – come specificato dal Comune – a monte dei fossi Cannetacci e San Sebastiano, già finanziate per 3,1 milioni di euro all’indomani dell’alluvione del 2006, sarà possibile realizzare il raccordo con il canale della Liscia». Ed è proprio questo raccordo che ha ottenuto un finanziamento di 3.833 milioni: le risorse sono previste per ottobre-novembre 2021 e per le opere esiste già una progettazione definitiva, con la possibilità di realizzarle tra la fine del 2022 e la metà del 2023. Per quanto riguarda le vasche, invece, l’accordo per la realizzazione sarà siglato il prossimo 6 ottobre e il cantiere inizierà nel giro di pochi giorni.
L’ultima tranche di finanziamenti per mitigare il rischio idrogeologico è stata annunciata al Castello stamattina, in presenza del sindaco Stefania Signorini, dell’assessore regionale alla Difesa del suolo e della costa Stefano Aguzzi, della dottoressa Antonella Valenti, direttore del Consorzio di Bonifica, dell’assessore all’Urbanistica di Falconara Clemente Rossi, del dirigente regionale del servizio Tutela, gestione e assetto del territorio Nardo Goffi e del dirigente regionale della Pf Tutela del territorio di Ancona Stefano Stefoni.
«Per la nostra città si tratta di una giornata storica – la voce entusiasta del sindaco – perché si portano a compimento interventi per rendere sicure aree che spesso sono state messe in ginocchio dalle alluvioni, come quella di Castelferretti, la zona industriale, quella dell’aeroporto e l’abitato di Fiumesino». Il primo cittadino ha poi ringraziato la Regione e l’assessore Aguzzi per la sensibilità mostrata, capaci di «interpretare il concetto di sicurezza in termini di prevenzione».
Su questo è arrivato l’intervento dello stesso Aguzzi, il quale ha ricordato come è opportuno «prevenire dai rischi, piuttosto che rincorrere le situazioni dopo un’emergenza. Usando i fondi a disposizione, saranno impiegati nei territori di sofferenza storica. Manterremo così l’impegno di completare la messa in sicurezza di tutta l’area. Si tratta di interventi che verranno conclusi nell’immediato». Aspetto significativo, questo, per il sindaco, in quanto a fine cantiere «sarà possibile rivedere la riperimetrazione del Pai, il piano di assetto idrogeologico, che attualmente blocca ogni forma di sviluppo nelle aree considerate a rischio».
I tecnici della Regione hanno poi sottolineato l’importanza dei finanziamenti. «A Falconara sono arrivati oltre 12 milioni di euro – il promemoria di Goffi – reperiti attraverso fonti diverse, con interventi coordinati per un unico obiettivo: quello della sicurezza idraulica». Stefoni, invece, ha illustrato gli interventi già completati e quelli da realizzare nell’immediato.
Tra questi, appunto: «Sono pressoché terminati due gruppi di opere sui fossi San Sebastiano, Cannetacci, Rigatta e sul canale della Liscia, per un totale di 5,68 milioni di euro – è stato specificato in conferenza -. Questi interventi, finanziati con risorse europee, statali, con fondi del Consorzio e con un contributo di Rfi di 640mila euro, hanno permesso di mettere in sicurezza l’area aeroportuale e l’abitato di Fiumesino e di eliminare le interferenze tra il fosso della Liscia e il nuovo tracciato della linea ferroviaria Orte-Falconara».
Più nel dettaglio, è stata ampliata la sezione del canale della Liscia, con zone rivestite in calcestruzzo armato e sono state eliminate alcune interferenze. Il Rigatta è stato dirottato nel Liscia (e quindi nell’Esino) e dunque avrà, nel tratto finale a valle di via dell’Aeroporto, una portata minore di acqua (non comprendendo più i liquidi provenienti dal versante castelfrettese).