FALCONARA MARITTIMA – Quasi la metà dei primi ricorsi davanti al giudice di pace per le sanzioni accertate dall’autovelox di Falconara Marittima è stata vinta dal Comune.
Ad annunciarlo è stato proprio l’ente locale con una nota stampa. Dal momento della sua installazione lungo la Variante alla Strada Statale 16 nei pressi della Caffetteria, avvenuta nel luglio scorso, il dispositivo per il rilevamento della velocità era finito sotto la lente d’ingrandimento delle associazioni di consumatori e delle forze politiche di opposizione per la pioggia di multe e di conseguenti ricorsi da parte degli automobilisti.
Nel primo periodo il velox aveva macinato circa 800 multe al giorno, che però successivamente, secondo la sindaca Stefania Signorini, si erano già ridotte a poco meno di 200, a testimonianza dell’efficacia del velox nella riduzione dei sinistri.
A finire al centro delle contestazioni erano stati la posizione del dispositivo e della relativa segnaletica del limite di velocità, che non avrebbe rispettato i parametri della legge Minniti, poi il sovraccarico di spese amministrative dovuto alla gestione del velox, oltre ai dati sulla sinistrosità della zona che, secondo i detrattori del velox, nell’area in cui è stato installato non sarebbero rilevanti a giustificarne il ricorso.
Insomma una serie di criticità che avevano spinto il prefetto di Ancona a chiedere lo spegnimento del dispositivo invitando Comune, Anas e polizia stradale ad «individuare soluzioni idonee a garantire la sicurezza stradale».
Ora però si apprende che il giudice Eliana Parlato ha riconosciuto le ragioni del Comune di Falconara Marittima nella metà dei ricorsi davanti al giudice di pace: gli automobilisti multati avevano infatti superato i limiti dei 70 chilometri orari. “Le decisioni prese dallo stesso giudice anconetano, che ha accolto alcuni ricorsi e ne
ha rigettati altri, dimostrano come la materia sia controversa e che l’autovelox non è illegittimo, come sostenuto da alcuni – riporta la nota del Comune – . Si ricorda che gli automobilisti soccombenti, oltre a pagare la sanzione per intero (e non
nella forma ridotta di cui può beneficiare chi paga entro cinque giorni), devono sostenere anche le spese legali“.
L’ente locale fa sapere che attende la pubblicazione delle motivazioni delle sentenze prima di decidere se impugnare quelle non favorevoli al Comune.