Ancona-Osimo

Falconara, coppia di coniugi malati e con la casa all’asta. L’appello della moglie: «Vogliamo morire nel nostro appartamento»

Lui 64 anni allettato e lei 62 anni malata di tumore, rischiano la casa andata all'asta in seguito al fallimento dell'azienda del marito. «Non sappiamo dove andare»

Morena e Giorgio Mariotti
Morena e Giorgio Mariotti

FALCONARA MARITTIMA – «Ho bisogno di aiuto, di tanto aiuto, io e mio marito vogliamo morire nella nostra casa. Sono quarant’anni che viviamo qui, dove è nato anche nostro figlio». È il grido di aiuto di Morena che con suo marito Giorgio Mariotti rischia di rimanere presto senza un tetto sulla testa. La loro abitazione, ubicata a Falconara, è infatti andata all’asta a causa del fallimento dell’azienda, concessionaria della Mercedes, di cui Giorgio era co-titolare, avvenuto nel 2013.

Entrambi, Morena e Giorgio, sono gravemente malati. Lui 64 anni, è affetto da una «malattia neurodegenerativa progressiva incurabile – ci racconta Morena – , una patologia che colpisce muscoli e cervello», che lo ha allettato. «Giorgio non parla e non si muove – prosegue -, è alimentato tramite un sondino nasale, muove solo gli occhi, ormai comunichiamo solo con gli occhi, ci conosciamo dalla prima media, mi basta uno sguardo per capirlo. Ormai siamo ridotti così».

Ma anche le condizioni di Morena non sono da meno, la donna infatti ci racconta di aver scoperto nel 2020 «in piena pandemia, un carcinoma al seno, che si è esteso anche ai linfonodi ascellari» che i medici hanno dovuto asportare. Inoltre è «in lista d’attesa per un intervento di asportazione dell’utero», insomma una vicenda delicata, per la quale chiedono aiuto.

Il pignoramento riguarda metà dell’abitazione, la parte di proprietà di Giorgio, acquistata dal padre di Morena, ma in comunione dei beni perché «quando ci siamo sposati non si usava chiedere se si voleva scegliere la comunione o la separazione dei beni», è stato disposto a metà nel 2010. Da lì partirono i sopralluoghi dei periti, che Morena ricorda come un’esperienza estremamente dolorosa, come ancor più dolorosa è stata la giornata dell’asta e le notti che l’hanno seguita, «non ho dormito per 5 giorni». ci confessa con il volto rigato dalle lacrime.

«Le banche hanno ragione a volere i soldi – spiega – ma questa casa me l’ha comprata mio padre 41 anni fa e se viene venduta io e mio marito non sappiamo dove andare. Quando una casa va all’asta le persone cercano l’affare e con i ribassi sul prezzo, dalla mia metà non otterrò che briciole e con la pensione di mio marito, io ho solo 18 anni di contributi, non possiamo permetterci un affitto».

L’appello di Morena è rivolto alle istituzioni: «Qualcuno ci aiuti, con una raccolta fondi, una donazione, non so, qualcosa che ci consenta di ricomprare la metà della nostra casa. Sono anni che vado avanti e affronto la situazione, il fallimento, la malattia di mio marito, ma adesso al pensiero che possano togliermi la casa piango e basta».

Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia

Un appello quello di Morena, rilanciato dal Popolo della Famiglia che chiede alla Regione Marche di intervenire: «Non possiamo tacere e girarci dall’altra parte – scrive in una nota stampa Fabio Sebastianelli, il coordinatore regionale del movimento – Non entriamo nel merito delle azioni giudiziarie. C’è un fallimento e gli atti dovuti per legge non possono essere evitati – continua Sebastianelli – esistono però altre opzioni possibili per aiutare questa coppia di miei concittadini. Giustissimo e lodevole l’intervento del sindaco Stefania Signorini che si è offerta di attivare i servizi sociali. È un inizio, ma non basta».

Sebastianelli invita «la Regione Marche ad attivarsi per garantire un’assistenza adeguata a Giorgio. Non rinchiudendolo in una Rsa – precisa – , ma permettendogli di essere assistito nel proprio domicilio, così come dovrebbe essere, sempre, per ogni cittadino nelle sue condizioni. Diversamente si lascerebbe un’altra potenziale “vittima sacrificale” nelle mani dei promotori della morte per eutanasia o suicidio assistito. A tale proposito, se è vero che la messa all’asta della casa, in cui Giorgio e Morena vivono insieme, non può essere evitata, è altresì vero che nulla impedirebbe a un qualsiasi imprenditore marchigiano (e la nostra regione ne ha di facoltosi e soprattutto di buon cuore) di acquistarla concedendone l’uso a vita alla coppia falconarese. Viviamo in tempi difficili – conclude – in cui viene spesso evidenziata la parte peggiore delle persone. Ma è in questi periodi che in molti, la maggior parte, viene fuori quella migliore».