ANCONA – Inchiesta sulle esalazioni di idrocarburi provenienti dall’Api, la Procura indaga anche per lesioni colpose. L’ipotesi di reato si aggiunge a quella già formulata dai carabinieri della Tenenza di Falconara, il getto pericoloso di cose, che hanno consegnato alla Procura le prime denunce dei cittadini (leggi l’articolo).
Il fascicolo, seguito direttamente dal procuratore capo facente funzioni Irene Bilotta, è ancora contro ignoti. Il magistrato attende la relazione del tecnico nominato dalla Procura, un ingegnere ambientale dell’Università Politecnica delle Marche, che ha acquisito tutti i dati rilevati dall’Arpam sulle emissioni di benzene e di altre sostanze della raffineria di Falconara finite nell’aria dopo il trafilamento di idrocarburi dal tetto della cisterna TK61. Il tecnico si è preso 60 giorni di tempo per esaminarle. Tra le denunce presentate ai carabinieri e in parte già consegnate alla Procura (sfiorata quota 1.000), ci sarebbero anche dei certificati medici di cittadini che sono dovuti ricorrere alle cure sanitarie dopo aver respirato l’aria aggravata dall’odore di gas dal 12 aprile.