OSIMO – È morto la mattina di Natale all’ospedale regionale di Torrette Giorgio Mariotti, l’ex imprenditore 64enne co-titolare dell’omonima concessionaria Mercedes, costretto a letto da una malattia neurodegenerativa progressiva incurabile. Le sue condizioni di salute, già molto precarie, erano precipitate nelle ultime settimane, dopo che l’uomo, come racconta la moglie Morena Santi, «aveva contratto il Covid».
«Mio marito era uscito dall’ospedale giovedì – racconta Morena Santi – ma una volta a casa già da venerdì ho visto che le sue condizioni di salute stavano peggiorando allora ho chiamato il 118 che sabato pomeriggio, la vigilia di Natale, lo ha portato al Pronto Soccorso». Mariotti è morto poco prima delle 6 di mattina del giorno di Natale.
Sua moglie Morena Santi, malata anche lei, tanto da subire un intervento a causa di un tumore, stava combattendo una strenua battaglia per conservare l’abitazione di famiglia a Falconara Marittima, dove la coppia viveva da anni: la metà dell’abitazione di proprietà di Mariotti era infatti andata all’asta in seguito al fallimento dell’impresa di famiglia, avvenuto nel 2013, e la donna stava cercando di acquistare la quota del marito, tanto da aver presentato nei mesi scorsi una offerta in Tribunale ed essere in procinto di avanzarne una nuova, visto che la precedente era stata rifiutata.
L’odissea della coppia era stata affrontata anche da Pomeriggio 5, la trasmissione condotta da Barbara d’Urso. Ora la speranza di Morena Santi è che venga accettata la seconda offerta per l’acquisto della parte dell’abitazione andata all’asta. La donna, 62enne, aveva ereditato l’abitazione dalla sua famiglia di origine, poi metà della casa in seguito al matrimonio con Mariotti, in comunione dei beni, era andata al marito.
L’ultimo saluto a Giorgio Mariotti, questa mattina alle 11 a Falconara, nella chiesa di San Giuseppe. La salma dell’uomo sarà cremata a Fano perché, come spiega Morena Santi, «voglio riportarlo a casa con me. Siamo sempre stati insieme, per una vita, e voglio che stia qui a casa con me finché non muoio».