FALCONARA MARITTIMA – “A Falconara oggetti e ricordi si incontrano” è il titolo della mostra organizzata dall’Unitre per celebrare i trent’anni di attività, visitata già da più di 500 persone e curata dal professor Tommaso Lucchetti, storico dell’alimentazione e docente all’Università di Parma nel corso di laurea in Scienze Gastronomiche. Attraverso oggetti, documenti e fotografie, la mostra racconta abitudini e stili di vita del primo Novecento attraverso il vissuto dei cittadini di Falconara, alcuni dei quali provenienti dall’entroterra marchigiano, da altre regioni italiane e anche dall’estero.
L’esposizione resterà aperta fino al 25 febbraio, con orario 10-12 e 16.30-18.30, e l’obiettivo è coltivare il senso e il rispetto della memoria anche come elemento di identità culturale, da trasmettere alle nuove generazioni. «L’idea di questa mostra – racconta Tommaso Lucchetti – è nata nel 2015, quando già da quattro anni collaboravo con l’Unitre dove insegno storia, tradizioni e arti della mensa. La professoressa Giuseppina Sidoti Di Giorgio, presidente dell’Unitre, in occasione di Expo 2015, mi propose di condurre uno studio tra gli iscritti su tradizioni e culture alimentari. Durante le interviste da un argomento universale come il cibo sono emersi particolari di vita vissuta, legati alla storia di ciascuno e della città, che offrivano spunti molto interessanti e degni di essere divulgati».
Le interviste sono state raccolte nel libro “Falconara luogo di incontro”, edito nel 2017 da Lavoro Editoriale. Con le testimonianze degli iscritti all’Unitre è stato realizzato anche un video di due ore e 45 minuti, realizzato e montato da Enrico Orsetti. «Oltre a divulgare le testimonianze – continua Lucchetti – era importante mostrare documenti e oggetti raccolti, legati a momenti importanti, non solo per gli intervistati e per le loro famiglie, ma come reperti e testimonianze storico-sociali. Abbiamo esposto per esempio valigie e lettere dei soldati partiti per la guerra, il cappello garibaldino dell’antenato di uno degli intervistati, oggetti provenienti dall’Eritrea al tempo delle colonie».
I contributi però non sono stati portati solo dagli intervistati. Lucchetti spiega che «abbiamo voluto aprire la mostra ai cittadini, che possono portare i loro oggetti. Io stesso ho voluto esporne alcuni appartenuti alle mie nonne, una di Fiume e l’altra marchigiana, come testimonianza della vita quotidiana di inizio ‘900. Ci sono anche oggetti del museo delle terre contadine di Cingoli: molti falconaresi provengono dall’entroterra, dove la vita era scandita dal ciclo delle stagioni e dai riti legati a esso».