FALCONARA – Si era presentato a casa, ubriaco, pretendendo un rapporto sessuale dalla compagna ma lei si era rifiutata e lui le aveva rotto un dito. La notte violenta si era consumata il 2 aprile scorso e solo l’intervento dei carabinieri della Tenenza aveva riportato la quiete con l’arresto dell’uomo violento. La Procura ha chiesto il giudizio immediato per l’accusato, un 35enne bengalese. Ieri, durante l’udienza preliminare, difeso dall’avvocato Pietro Sgarbi, è stato ammesso l’abbreviato che verrà discusso davanti al gup Alberto Pallucchini il prossimo 6 ottobre. Le accuse sono tentata violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della convivente, una 38enne, anche lei albanese.
La donna si era già rivolta ai militari perché da tempo subiva violenze ed angherie da parte del compagno, un operaio di un cantiere navale nel pesarese. Quella notte di aprile la situazione è molto peggiorata. Tra i due è scoppiata una lite, scaturita dall’abuso di alcol dell’uomo che avrebbe preteso di consumare un rapporto sessuale al quale la donna si è opposta. Così sono cominciate le botte e gli insulti. La vittima è stata prima percossa con una scarpa e presa più volte per i capelli fino a quando, nel tentativo di afferrarla, le è stato completamente torto un dito della mano, tanto da causarle la rottura del relativo tendine. La donna è comunque riuscita a rifugiarsi in un’altra stanza, dove si è chiusa a chiave ed ha richiesto l’intervento dei militari.
Dopo pochi minuti, i carabinieri della Tenenza hanno raggiunto la donna che nel frattempo era riuscita a scendere in strada, indicando la presenza dell’uomo all’interno della loro stanza da letto. È lì che l’uomo è stato ritrovato, nudo e completamente ubriaco, del tutto sprezzante della gravità della situazione. La donna è stata subito accompagnata al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Torrette, dove le è stata riscontrata la lacerazione del tendine del 5° dito della mano destra, guaribile con una prima prognosi di 20 giorni.
Il 35enne era stato arrestato e portato in carcere a Montacuto. Adesso ha un divieto di avvicinamento ma è libero. Lei sta seguendo un percorso di tutela e di recupero per le vittime di violenza domestica.