ANCONA- Spaccio, degrado, mercato immobiliare in declino e mancata integrazione. Sono questi i problemi principali che affliggono il quartiere Archi, una delle zone più difficili e multiculturali di Ancona. Le questioni sono emerse durante la campagna di ascolto di Fratelli d’Italia-AN. Come già avvenuto in altri quartieri, questa mattina (4 novembre) i dirigenti locali hanno incontrato i residenti del rione. Secondo Fdi-An, prima dei grandi progetti di riqualificazione sulla carta, gli Archi hanno bisogno di risposte e soluzioni immediate.
«Il rione Archi è nel degrado per presenze inquietanti, spaccio, assenza di decoro urbano. Tutto ciò ha comportato il declino del mercato immobiliare con il crollo del valore degli immobili fino a 1.200 euro mq, cioè sotto ogni stima finanche dei piccoli paesi del comprensorio, e una condizione complessiva di abbandono- afferma Angelo Eliantonio, portavoce comunale di Fratelli d’Italia-AN-. La riqualificazione del rione non può essere un progetto sulle carte ma deve essere un atto concreto».
«La prima cosa da fare è cambiare l’atmosfera del quartiere, attraverso controlli permanenti che vigilino sulla sicurezza e contrastino la microcriminalità diffusa, blocchino le centrali dello smercio delle sostanze stupefacenti, sostengano gli esercenti delle attività commerciali e artigianali- commenta Carlo Ciccioli, portavoce regionale FdI-AN-. Sono proprio commercianti e artigiani che tengono il territorio, devono poter sentire la presenza dello Stato e del Comune. Devono essere protetti e non in balia delle prepotenze e dei comportamenti antisociali dei malintenzionati».
«Gli Archi rappresentano la cerniera tra il Porto e la città, sono il biglietto da visita per chi entra ad Ancona. Non possono essere lasciati in questo stato: occorre più igiene urbano con l’aumento dei turni degli operatori ecologici, più sicurezza, soprattutto nelle zone adiacenti Piazza del Crocifisso e Parco Ricci e manutenzione dei pannelli sulle colonne dei portici» sottolinea Francesco Novelli, dirigente giovanile del partito.
«Vanno tutelati gli italiani che da tre o quattro generazioni vivono in quel rione lavorando nella pesca, nelle attività marinare e nei cantieri e sono bravi cittadini rispettosi degli altri. Nessuna ostilità verso gli stranieri- dichiara Ciccioli- ma devono stare alle nostre regole e ai nostri costumi, non possono creare zone franche occupate che un giorno saranno santuari inespugnabili di illegalità e fondamentalismo».
«Da troppi anni le giunte comunali promettono un recupero che è di là da venire. Nel frattempo occorrono subito fatti concreti per poter arrivare agli interventi con la popolazione residente non in fuga, ma ben radicata con il suo stile di vita: attualmente gli alunni stranieri che frequentano le scuole elementari del quartiere superano già il 50% degli iscritti, perché troppe giovani famiglie anconetane se ne sono andate via» riferisce Federica Casalino, dirigente comunale FdI-AN.
Un’altra questione da affrontare al più presto, secondo Fdi-An, è la viabilità. «Non si può stare solo e in attesa della storia infinita dell’uscita a Nord-Ovest, occorre intervenire subito sul nodo di Torrette per rendere meno inquinato e trafficato il quartiere fino alla Stazione ferroviaria ed il flusso di veicoli del traffico cittadino scorrevole» concludono i dirigenti.