ANCONA – Fratelli d’Italia denuncia il «malfunzionamento» dei Consigli Territoriali di Partecipazione (CTP) e chiede all’Amministrazione un «immediato cambio di passo, altrimenti i nostri consiglieri daranno le dimissioni. Le altre forze di opposizione stiano con noi».
«Dovevano essere uno strumento democratico per avvicinare i cittadini alla cosa pubblica e al bene della città di Ancona, invece i CTP si stanno rivelando la fiera della vanità dell’assessore Foresi – dichiara Angelo Eliantonio, consigliere comunale di Fratelli d’Italia – perché, oltre a non funzionare dal punto di vista istituzionale, sembrano essere stati costruiti e pensati per essere utilizzati ad uso e consumo dell’Amministrazione Mancinelli. Per questo, dal nostro punto di vista, se non ci sarà un cambio di passo immediato, i nostri consiglieri sono pronti a dare le dimissioni. Inoltre invitiamo gli eletti delle liste di opposizione a fare altrettanto».
«Nonostante la parola partecipazione sia presente nella maggior parte degli articoli del regolamento, in realtà, di fatto, sono proprio la partecipazione e il coinvolgimento degli eletti ad essere assenti – denuncia Angelica Lupacchini, consigliere CTP3 – . Il ruolo dei CTP viene meno nel momento in cui, di fronte alle richieste precise e puntuali dei consiglieri, la risposta dell’amministrazione comunale esclude proprio dai processi decisionali tutto ciò che non è nei loro progetti».
«Ciò che portiamo all’attenzione non va mai al di là del regolamento e delle nostre competenze – afferma Francesco Novelli, consigliere CTP3 – nello specifico ai sensi dell’art.8 abbiamo chiesto chiarimenti rispetto all’inchiesta Ghost Jobs, ed in particolare in relazione alla gestione delle gare di appalto del progetto di riqualificazione degli Archi con il bando delle periferie».
«Noi eletti nei CTP siamo veri e proprio volontari e, appunto per questo, dovremmo essere presi in considerazione maggiore per l’impegno e la disponibilità che diamo alla cosa pubblica. Il CTP5 è il più grande per area e per numero di residenti – spiega Orlanda Latini, vice presidente CTP5 – ad oggi abbiamo svolto 8 sedute di Consiglio di cui 2 assemblee pubbliche, una a Ponterosso e una al Pinocchio, e abbiamo promosso incontri informativi su temi sociali di particolare rilevanza. La partecipazione c’è stata, molti hanno esposto problemi ed è doveroso dare delle risposte immediate, così come sarebbe stato doveroso da parte del sindaco Mancinelli conoscere tutti i consiglieri eletti nei vari CTP. Nel quartiere Ponterosso è stata inaugurata nel 2019 la prima Casa del Quartiere in ambito regionale, ad oggi chiusa, e noi non siamo stati coinvolti nel progetto».
«Abbiamo evidenziato tre criticità – sottolinea Tommaso Perticaroli, consigliere CTP5 – la prima legata ai tempi e alle modalità di intervento rispetto alle segnalazioni, la seconda relativa alla sensazione che i pochi interventi effettuati dall’amministrazione comunale su impulso dei CTP fossero solo quelli già programmati da tempo, la terza in virtù dell’ambiguo utilizzo dei verbali che vengono redatti durante le sedute. Che fine fanno? I consiglieri comunali ne prendono visione?».
«Inoltre l’ufficio di vigilanza, sponsorizzato con grande risonanza mediatica dal sindaco Mancinelli come presidio fisso dei Vigili di quartiere, costituito il 3 dicembre scorso in piazza Ugo Bassi – dichiara Paola Sargentoni, consigliere CTP6 – in realtà è solo una grande operazione spot che non risolve i problemi dei residenti che vivono la situazione del Piano con estrema insicurezza e disagio».