FERMO – Su Spotify si chiama ˈSemideaˈ e conta già una modesto pubblico di ascoltatori. Modesto, sì, dato che la sua prima canzone è uscita da pochissimo, ma riesce comunque ad entrate in testa, con una sonorità un po’ indie, semplice ma vera.
Questa è la prima intervista di Andrea Priorelli, nato a Perugia, ma fermano d’adozione, classe ’94. Semidea, dopo una laurea in Giurisprudenza a Bologna, inizierà un dottorato in filosofia del diritto nel Regno Unito, che però lascerà dopo due anni per dedicarsi proprio al suo mprimo amore, la musica.
Andrea, com’è nata la sua passione per la musica?
«La musica mi piace da sempre, ma ho iniziato a suonare negli anni dell’università. Inizialmente, non scrivevo molto, suonavo e basta, ma da quando ho cominciato a produrre, circa 3 o 4 anni fa, è cambiato un po’ tutto. Cioè ho capito che volevo fare solo questo, ma sto ancora imparando. Anche perché se non sto suonando probabilmente sto facendo qualcosa di molto poco interessante».
Perché “Semidea”? Cosa significa il suo nome artistico?
«Volevo un nome che non mi rappresentasse, qualcosa che non sono, e che non si può essere.
In più, mi piaceva come suonava, e alla fine beh, bastava quello».
Il suo primo singolo su Spotify si chiama “Mi hai fatto quasi preoccupare”…
«Sì, l’ho scritto lo scorso gennaio».
Com’è nata la canzone?
«Come succede spesso, cioè dai resti di qualche altra canzone meno riuscita. In generale, le cose che scrivo non hanno una storia o un tema, ci sono molti significati ma sono solo l’espressione di quello che sto vivendo. Quindi dovrei spiegare cosa stavo facendo, e probabilmente non stavo facendo niente. E avrei voluto fare qualcosa, insieme a qualcuno. Quindi dovrei spiegare cosa stavo facendo, e probabilmente non stavo facendo niente. E avrei voluto fare qualcosa, insieme a qualcuno».
C’è un messaggio che vuole trasmettere con la sua musica?
«Mi interessa solo trasmettere emozioni e significati, non opinioni. Non cerco di dire cose giuste o costruttive, basta che siano oneste. E non canto cose complicate, cerco solo di dirle in modo interessante».
L’amore è uno dei suoi temi…
«Ma anche le paranoie (ride, ndr). Rientra tutto in questo genere un po’ un misto tra indie (itpop), cantautorato e rock psichedelico».
Sogni nel cassetto o progetti futuri?
«L’idea sarebbe vivere solo di musica, ma vedremo come andrà. Per quanto riguarda i progetti, ho in programma di pubblicare un album con le cose che ho scritto nell’ultimo anno. Sto finendo di metterlo a posto, nel frattempo farò uscire presto un altro singolo. Dopodiché, ho un sacco di altre cose che vorrei fare, tra cui pubblicare anche dei pezzi in inglese. E – perché no – organizzare dei live».