Ancona-Osimo

Ferragosto, al Barcaglione i detenuti festeggiano con i prodotti dell’orto sociale

In progetto un allevamento di ovini per la produzione di formaggio caprino, chicken therapy, e un birrificio artigianale interno. Al via anche un polo di formazione professionale con due corsi previsti: ristorazione e meccanica

Da sinistra Maria Letizia Gardoni e Antonio Carletti

ANCONA – Tenere impegnati i detenuti, trasferir loro delle competenze e prepararli al ritorno in libertà. Sono questi gli obiettivi dell’Orto Sociale, l’attività gestita dai volontari di Coldiretti Ancona, avviata nel 2015 su idea del direttore della struttura di detenzione, Maurizio Pennelli, in collaborazione con Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) Regione Marche, Assam e Garante Regionale dei Diritti dei Detenuti.

Ed è proprio con i cocomeri che nascono nell’orto che i reclusi hanno potuto festeggiare oggi 14 agosto, con un giorno di anticipo, il Ferragosto in compagnia dei propri cari.

Maria Letizia Gardoni e Antonio Carletti

«Il progetto – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Ancona – è nato con l’obiettivo di permettere a queste persone di ritrovare fiducia e motivazioni. Il contatto con la natura può trasmettere un nuovo senso di comunità, di collaborazione e condivisione e vivere un’esperienza formativa. Si tratta di un’attività che permette anche di imparare un mestiere che potrebbe far intraprendere loro un discorso di inclusione sociale una volta espiata le pena».

I dolci cocomeri dell’orto sociale

«Siamo molto soddisfatti di questo progetto che sta dando ottimi risultati e che sta insegnando qualcosa di molto utile ai detenuti», ha sottolineato il direttore della casa di reclusione Maurizio Pennelli.

Pomodori, melanzane, zucchine, cetrioli, cocomeri, meloni e una serra. Sono alcune delle coltivazioni curate da una sessantina di detenuti, degli oltre 90 ospitati nella struttura, che quotidianamente dalle 9 alle 11 si prendono cura dell’orto.

Ogni anno al Barcaglione vengono prodotti circa 30 quintali di ortaggi, che poi vengono consumati dagli stessi detenuti. Prodotti naturali, coltivazioni sostenibili e piante tipiche del territorio, quali ad esempio l’ulivo, oltre ad una produzione di miele di acacia e millefiori che si aggira sui 7 quintali annui.

Il pomeriggio di festa per i reclusi

Non solo olivicoltura e vivaismo, al Barcaglione, prenderà avvio anche una produzione di birra artigianale, gestita internamente, mentre ora si avvale di un esperto esterno.
In progetto anche l’allevamento di ovini per la produzione di formaggio caprino e la chicken therapy, ovvero una pet therapy con le galline come protagoniste. Intanto è già stato siglato con la Regione un’accordo per la realizzazione di un polo di formazione professionale che impegnerà circa una trentina di reclusi. Due i corsi di formazione europei previsti: ristorazione e meccanica.

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