FILOTTRANO – Il neo sindaco di Filottrano Luca Paolorossi è entrato ufficialmente nel “suo” municipio con tanto di siparietto comico nel suo stile, diventato virale sui social, giocando all’entrata per capire se c’era rimasto qualcuno dell’amministrazione uscente all’interno. Il sarto 52enne alle elezioni dello scorso fine settimana (8-9 giugno) ha battuto nettamente la concorrenza dell’ex sindaco Lauretta Giulioni (27,67 per cento), in carica per due mandati, e di Silvia Lorenzini (30,77 per cento), candidata con l’appoggio dei democratici. Per Paolorossi il 41,56 per cento di preferenze e 2.137 voti. In queste ore a Filottrano le ruspe sono al lavoro bordostrada per il decoro urbano togliendo gli sfalci.
Qual è il primo atto da sindaco?
«Aria nuova, porte aperte e promesse mantenute a Filottrano. Come annunciato in campagna elettorale, a poche ore dalla vittoria ho firmato la rinuncia alla mia indennità da sindaco che andrà ogni mese ad un’associazione del nostro territorio. Siamo noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, a cominciare dal primo impegno portato a casa. Filottrano casa di tutti con Paolorossi sindaco. Intanto inizio da qui».
Quel è stato il suo pensiero a caldo?
«Sono il “sindaco contadino”, quello che gli altri in campagna elettorale prendevano in giro mostrando la pagella di terza media. Nonna Ersilia e nonno Orlando sarebbero orgogliosi di vedermi con la fascia tricolore. La prima cosa che ho fatto sono andato a trovare la mia maestra delle elementari Gabriella Galizi. Ero il meno bravo della classe ma lei mi teneva in grande considerazione, diceva che erano loro ad annoiarmi e che avevo le mie intenzioni. Sono contento di quello che ho fatto e di come l’abbiamo fatto. Non sono politico, non parlo il politichese ma sono riuscito a tenere i miei avversari sulle spine. Per loro i giochi erano già fatti e invece io gli ho scompigliato i piani. Avevo scelto di candidarmi a sindaco perché l’attuale amministrazione ha portato avanti idee e progetti inutili o comunque sbagliati nell’attuazione. Non si sono mai confrontati con la popolazione».
Qual è la prima cosa da fare per Filottrano?
«Tra tutti gli appuntamenti delle prime ore ho chiesto un incontro in Comune al presidente Atim, Agenzia per il turismo e internazionalizzazione delle Marche Marco Bruschini ed è venuto a trovarmi. Gli ho mostrato Filottrano centro (palazzi e vicoli) e le colline in tutta la loro bellezza. Abbiamo preso un impegno, ci vorrà tempo e lavoro ma possiamo fare belle cose. Vorrei tornare a parlare con la gente, vorrei mettere a disposizione di Filottrano i tanti imprenditori, professionisti, sportivi, consulenti e personaggi che ho servito negli ultimi 10 anni, tutti miei contatti utili per lo sviluppo e lo scatto in avanti che deve fare Filottrano».
Quali i punti programmatici che le stanno più a cuore?
«Trattenere e intrattenere i giovani sul territorio, creeremo aree outdoor, sale polifunzionali per lo studio e il tempo libero. Restituiremo impianti sportivi efficienti per incentivare i giovani a rimanere nel nostro comune, promuoveremo una cultura del benessere psicofisico perché i giovani sono il nostro futuro e il nostro miglior investimento. Occorre poi valorizzare le frazioni: ridaremo attenzione alle frazioni che negli ultimi anni sono state abbandonate e private dei servizi necessari. Riporteremo sicurezza e servizi per restituire a esse il meritato decoro e ai cittadini la certezza di vivere in luoghi attrezzati e confortevoli. Incentiveremo il volontariato per combattere il disagio e la solitudine. Negli ultimi anni abbiamo perso tante persone: eravamo arrivati a diecimila abitanti, oggi siamo 8.870. Filottrano non è appetibile, molte cose costano di più rispetto ai paesi limitrofi ma i servizi nettamente inferiori. Filottrano produce moda, le cose più belle che vanno nelle vetrine di tutto il mondo. Adesso Filottrano ha bisogno di andare di moda».