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Filottrano, post contro i sindacati: il sindaco Luca Paolorossi accusato di diffamazione. E dice: «Gli insulti li feci da cittadino»

Paolorossi aveva pubblicato su Facebook una locandina dove si diceva che il risultato, dopo 60 anni di sindacato in Italia, era di avere «operai più poveri d'Europa e dirigenti sindacali più ricchi del mondo»

Luca Paolorossi
Luca Paolorossi

FILOTTRANO – Un post contro i sindacati confederali pubblicato su Facebook rischia di far finire a processo per diffamazione il sindaco di Filottrano Luca Paolorossi. Usando parolacce e insulti si è rivolto alla Cgil, Cisl e Uil scrivendo che «sono il cancro d’Italia». Quello scritto, fatto il 16 gennaio del 2024, è stato visto da molti suoi follower e anche dalla segretaria generale e legale rappresentante della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, che si è sentita offesa per la categoria che rappresenta e ha denunciato Paolorossi.

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La pubblicazione sul social network risale a prima che Paolorossi diventasse sindaco di Filottrano e non era in atto nemmeno la campagna elettorale perché il sarto dei vip è stato eletto a giugno scorso. Il post incassò 58 like e sei commenti, anche questi dal contenuto pungente. Paolorossi aveva pubblicato su Facebook una locandina dove si diceva che il risultato, dopo 60 anni di sindacato in Italia, era di avere «operai più poveri d’Europa e dirigenti sindacali più ricchi del mondo». Nella locandina erano riportate le tre sigle Cgil-Cisl-Uil e a corredo di questa il sindaco-sarto aveva aggiunto di suo pugno turpiloqui ammettendo di nutrire «un odio viscerale per i sindacati». Il post è ancora visibile scorrendo indietro nella sua bacheca. Il 14 marzo è stata fissata l’udienza davanti alla giudice Francesca Pizii. Ci sono ancora i margini per risarcire il danno e far ritirare la querela alla parte offesa, rappresentata dall’avvocato Matteo Catalani. Paolorossi è difeso dall’avvocato Fabrizio Belfiore.


Le parole di Paolorossi
Paolorossi oggi afferma: «Vorrei solo ricordare che quando ho fatto il post era il 16 gennaio 2024 e non ero nemmeno candidato. Gli insulti li feci da cittadino e quindi il tutto non c’entra nulla con il mio incarico amministrativo. Chiedo scusa al giudice che sarà costretta ad affrontare questo argomento che non è altro che lo sfogo di una persona che è stata delusa dai sindacati. Comunque sono forti. Siamo in campagna elettorale ed usano tutto pur di gettare fango ma io non mollo».