Ancona-Osimo

Finanziamenti congelati per le periferie: le reazioni dei politici e dei sindaci

Numerosi i commenti per l’azione messa in campo dal Governo Movimento 5 Stelle – Lega. «La sospensione ci preoccupa moltissimo e potrebbe determinare delle serie difficoltà nella gestione del bilancio degli enti», dice Maurizio Mangialardi coordinatore nazionale delle Anci regionali

Uno dei progetti di riqualificazione del quartiere Archi ad Ancona
Uno dei progetti di riqualificazione del quartiere Archi ad Ancona

ANCONA- Preoccupa il rinvio al 2020 dell’erogazione dei finanziamenti del Bando Periferie Renzi-Gentiloni approvato dal Senato. L’emendamento del decreto Milleproroghe deve ancora essere approvato dalla Camera dei Deputati ma inevitabilmente, le città che improvvisamente si sono viste congelare i fondi già stanziati per riqualificare le periferie degradate, si stanno mobilitando. Tra queste anche Ancona che ora vede allungarsi i tempi per la riqualificazione di Archi-Stazione e Palombella nonostante l’approvazione dei progetti esecutivi e le gare d’appalto pronte a partire a settembre. Numerose le reazioni politiche all’azione messa in campo dal Governo Movimento 5 Stelle – Lega.

«La sospensione delle convenzioni del Bando periferie pari a 3,8 miliardi per la rigenerazione urbana di 96 tra città e aree metropolitane ci preoccupa moltissimo. Molte realtà hanno, infatti, già investito nelle progettazioni e ora il possibile congelamento delle risorse potrebbe determinare anche delle serie difficoltà nella gestione del bilancio. Le risorse per le progettazioni, ribadisco, devono essere coperte subito. Il governo deve chiarire la sua posizione sugli impegni assunti- dichiara il coordinatore nazionale delle Anci regionali e sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi-. Il processo di trasformazione delle città non può aspettare. Il bando è nato con il grande obiettivo di recuperare le periferie e rilanciare, al contempo, anche le grandi città che, come naturale conseguenza, ne avrebbero beneficiato. Una sfida culturale che i Comuni avevano raccolto con entusiasmo. Ora lo stop prospettato dal Governo segna un arresto traumatico alla riqualificazione urbana dei territori che potrebbero dover attendere ancora anni prima di vedere i lavori di “rinascita” finiti».

Anche l’ex deputato Pd, Emanuele Lodolini commenta duramente il congelamento dei fondi già assegnati ai Comuni dal Piano periferie Renzi-Gentiloni. «È gravissimo e inaccettabile lo “scippo” dei fondi del Bando periferie destinati ai Comuni, contenuta in un emendamento al decreto Milleproroghe votato in Senato. I Governi Renzi e Gentiloni avevano stanziato risorse molto significative- afferma-. Risorse per promuovere sicurezza, coesione sociale, lotta al degrado attraverso la realizzazione di opere pubbliche. Alla Camera spero venga data battaglia e si riveda lo scempio. Così si azzera il tentativo di rilancio delle periferie delle città, da noi voluto, alla faccia delle promesse elettorali, e si commette una grave scorrettezza istituzionale verso quelle amministrazioni che avevano già ricevuto l’assegnazione ufficiale dei finanziamenti nazionali. Non posso pensare che Senatori eletti nelle Marche e marchigiani, presunti ma ipocriti paladini del territorio, abbiano votato questo emendamento che va contro gli interessi della comunità».

«Con un emendamento della Lega introdotto nel ‘Milleproroghe’ al Senato sono stati bloccati circa 3,8 miliardi di euro attivati dal “Piano periferie” mettendo a serio rischio impegni già’ sottoscritti dai Comuni. Se la norma dovesse essere approvata anche dalla Camera gli sforzi dei Comuni per recuperare le aree di maggior degrado urbano e spesso di conflitto sociale delle nostre città, verrebbero vanificati- dichiara Marcello Fiori, responsabile Enti locali di Forza Italia-. Sono 96 i Comuni che hanno sottoscritto già convenzioni per l’utilizzo dei fondi con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e rischiano anche un contenzioso amministrativo e finanziario con progettisti e imprese e anche una possibile azione per danno erariale. Si tratta di città amministrate da tutti gli schieramenti politici quindi, chiediamo a tutte le forze politiche, in sede di esame del decreto ‘Milleproroghe’ che è calendarizzato alla Camera a partire dall’11 settembre, di riesaminare la norma e rendere disponibili le risorse per il recupero delle periferie e così mobilitare risorse che facciano ripartire investimenti importanti per lo sviluppo del territorio».

Ascoli Piceno è l’unica città marchigiana che può tirare un sospiro di sollievo in quanto, essendo rientrata tra i primi 24 comuni d’Italia ad ottenere il finanziamento, non è toccata dal provvedimento. «Il progetto per la rigenerazione urbana del quartiere di Monticelli redatto dal Comune di Ascoli a valere sul “bando periferie” non è tra quelli che subiranno il provvedimento di sospensione previsto dal decreto Milleproroghe- sottolinea il sindaco Guido Castelli-. Il comune di Ascoli infatti, grazie alla qualità della propria proposta progettuale, è risultato tra i primi 24 comuni d’Italia ad ottenere il finanziamento e, in quanto tale, a beneficiare del primo, originario stanziamento di 500 milioni disposto dalla Presidenza del Consiglio. Il Milleproroghe, al contrario, ha previsto la sospensione degli effetti di un ulteriore stanziamento di 2 mld con cui il Governo Renzi aveva stabilito di finanziare tutti i 96 progetti residuali che erano stati proposti dai comuni capoluogo d’Italia. Fatta questa premessa, ritengo utile e doveroso che la Camera, quando vaglierà il provvedimento il prossimo 11 settembre, riveda i meccanismi di sospensione così da non inficiare il lavoro dei tanti comuni che si sono prodigati per giungere ad un avanzato grado di maturazione della progettualità».