ANCONA – Nuova sede ad Ancona per Casa Sabrina, la struttura di accoglienza dedicata alle famiglie dei piccoli ricoverati all’Ospedale Salesi che arrivano nel capoluogo da fuori regione o da fuori provincia.
La struttura ha traslocato nella nuova sede, in via Cadore 5, in zona centrale e più vicina all’Ospedale Salesi, da via Monte Marino dove si era trasferita nel 2019 dopo che la prima casa di accoglienza era stata aperta nel 2012 a Colle Ameno, in ricordo di Sabrina Sampaolesi, una collaboratrice dell’azienda venuta a mancare prematuramente.
Gestita dalla Fondazione Salesi, rappresenta una risposta importante per le famiglie che hanno necessità di trovare rapidamente un alloggio il più vicino possibile all’Ospedale per essere al fianco dei propri figli malati.
L’appartamento può accogliere fino a 6 persone in 3 camere doppie, con due bagni e uno spazio comune per la cucina, ma per il momento, fino al 31 dicembre, per le normative Covid, potrà dare accoglienza gratuita solo ad un nucleo familiare alla volta. La nuova casa ha anche posto auto riservato nel piazzale condominiale e ulteriori parcheggi gratuiti a pochi minuti di distanza. La Fondazione ha pensato a mettere a disposizione delle famiglie anche un cellulare dedicato, in caso di bisogno o per un semplice momento di condivisione.
Il presidente della Fondazione, Antonello Maraldo, ha voluto sottolineare l’importanza per un bambino ricoverato di avere i genitori o familiari vicino. «Facilita il processo di guarigione – spiega – e influisce positivamente sulla convalescenza del piccolo, così come di pazienti ostetrico-ginecologiche. Di fronte alla malattia, è importante che la famiglia sia unita, si allei per superare meglio un particolare momento di fragilità, dovuta alla malattia o al ricovero
ospedaliero».
«La nostra casa è ormai un punto di riferimento – aggiunge – ed è un servizio essenziale. La finanziamo con le donazioni libere che alimentano la Fondazione e di cui abbiamo bisogno per garantire continuità ai servizi».
«Abbiamo assicurato questa accoglienza alle famiglie dei piccoli ricoverati, alle coppie in dolce attesa – fa
notare la direttrice della Fondazione Salesi, Laura Mazzanti – anche durante il lockdown, da marzo a maggio
2020, sanificando l’abitazione dopo ogni accesso. Per un primo periodo, metteremo la Casa di via Cadore a
disposizione di un nucleo familiare alla volta, richiedendo obbligatoriamente il Green pass ai fruitori».
Presenti al taglio del nastro, le autorità civili, militari e religiose, tra le quali l’arcivescovo Angelo Spina che ha voluto sottolineare il valore dell’accoglienza collegandolo alla generosità di San Francesco, patrono d’Italia, di cui proprio oggi – 4 ottobre – ricorre l’anniversario. Il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli ha ricordato che nel 2013 l’ospedaletto materno infantile aveva rischiato «di essere sciolto dentro l’azienda Ospedali Riuniti di Ancona, una scelta sciagurata che è stata sconfitta e dal 2015 è ripartito invece il progetto per il rilancio e la riqualificazione dell’ospedale. Il fatto che si stiano costruendo le basi materiali della nuova sede dell’ospedale pediatrico a Torrette è il segno concreto che si sta costruendo il futuro».
E intanto sono 11 i cantieri attivi a Torrette, che poi diventeranno 14 e porteranno in 3 anni alla realizzazione del nuovo ospedale Salesi in via Conca, dove il pediatrico avrà un proprio spazio e una propria autonomia, anche se collegato con l’ospedale regionale così da consentire, come ha spiegato il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi, importanti economie di scala.
Il presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche, Dino Latini, ha spiegato che il Salesi rappresenta «un punto di orgoglio da difendere» e che l’attività della Fondazione costituisce «un modello a cui riferirsi» nell’ambito della sanità.
Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, ha sottolineato che la Fondazione «sta svolgendo un lavoro eccezionale», mentre il questore Gian Carlo Pallini, ha evidenziato che l’iniziativa «rende la città più viva e e aperta ai bisogni delle persone», una comunità «che migliora sempre e cerca di poter incidere sulla vivibilità cittadina e in particolare dei bambini che hanno una importanza fondamentale nella nostra società». Bambini, che come ha evidenziato il questore «ci insegnano molte cose».
La casa viene assegnata alle famiglie sulla base delle richieste che giungono alle caposala, all’URP ufficio relazioni con il pubblico o direttamente dalle famiglie dietro suggerimento del personale della Fondazione che si occupa del progetto Accoglienza.
Tutte le mattine l’educatrice e pedagogista della Fondazione si occupa del momento dell’ingresso in ospedale, raggiunge quotidianamente i nuovi ingressi dei vari reparti (circa 50/55 ogni settimana), consegna loro un Kit di accoglienza (libri, gadgets, matite colorate) insieme alla brochure informativa dei progetti della Fondazione e dei servizi offerti tra cui la disponibilità della casa di accoglienza.