Ancona-Osimo

Fondo Sociale d’Ambito: il consigliere Busilacchi incalza la Regione

Sulla questione della sospensione dei finanziamenti è tornato a sollecitare la Giunta l'esponente di Art 1 – Mdp. I coordinatori di Ambito Territoriale Sociale 9 e 13, Franco Pesaresi e Alessandra Cantori, intervengono sulla vicenda

Disabili

ANCONA – Mancate risorse per un importo tra i 5 e i 10 milioni di euro. È il finanziamento a cui sono costretti a rinunciare i 23 Ambiti Territoriali Sociali delle Marche. Dal 2015 infatti la Regione Marche non finanzia più il Fondo Sociale d’Ambito. Una risorsa economica importante per gli Ambiti del territorio regionale, che proprio attraverso questo fondo sostenevano le spese di organizzazione e gli interventi sociali per i comuni dell’ambito.

Una questione molto sentita dal consigliere regionale di Art.1 – Mdp Gianluca Busilacchi che è tornato sulla questione per sollecitare la Regione circa lo stato di attuazione della legge regionale 32 del 2014 relativa al “Sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia”, con particolare riferimento agli ambiti sociali ottimali.

«In assenza del fondo – spiega Busilacchi – sono venute a mancare le risorse per garantire un’adeguata struttura organizzativa e contemporaneamente sono aumentate le competenze. Non si può pensare di assolvere efficacemente alle tante attività sociali ed alle relative funzioni senza le adeguate risorse, soprattutto in un momento come questo in cui la crisi economica ha reso le necessità sempre più impegnative e crescenti nei settori della povertà, della disabilità, della vecchiaia, dei minori».

Busilacchi ha presentato un’interrogazione in Giunta, dove tra i quesiti posti, oltre a chiedere di conoscere le motivazioni alla base della sospensione dei finanziamenti e l’intenzione di ripristinare o meno il fondo, c’è anche quello di far luce sulle linee di sviluppo degli ambiti in considerazione alle maggiori competenze ad essi attribuite.

Gianluca Busilacchi

«Ho ricevuto questa segnalazione da alcuni coordinatori di ambito – spiega il consigliere regionale Gianluca Busilacchi– Credo che il funzionamento degli ambiti sia fondamentale per la gestione dei servizi sociali nelle marche e vada tutelato. Alla fine della scorsa legislatura sono stato relatore di una legge proprio sugli ambiti sociali, vorrei cogliere l’occasione di questa interrogazione anche per il fare punto sulla attuazione di quella legge».

Franco Pesaresi

«Il fondo sociale d’Ambito è ormai una prassi consolidata in quasi tutte le regioni italiane, dal momento che serve a creare quella infrastruttura di base che garantisce la costruzione dei servizi in tutti i comuni dell’Ambito – commenta il coordinatore dell’Ambito Territoriale Sociale 9, Franco Pesaresi – Se viene a mancare quell’infrastruttura è destinata ad essere precaria, incerta e a non svilupparsi. E’ un prerequisito perché i servizi sociali di tutto il territorio crescano e si sviluppino. La Regione Marche dal 2015 non finanziando più il fondo ha creato un problema rilevante per tutti gli ambiti delle Marche, compreso quello di Jesi. Oggi che la povertà e i problemi sociali sono così rilevanti, se vogliamo che i servizi sociali e assistenziali funzionino, è necessario che la Regione metta gli ambiti sociali in condizione di gestire le criticità che ci sono nel territorio».

Un percorso necessario per il sistema di welfare della Regione Marche, come lo definisce la coordinatrice dell’Ambito Territoriale 13, Alessandra Cantori, visto che «negli anni le competenze degli ambiti territoriali sociali sono decuplicate, sia da parte del Ministero, sia da parte della Regione. Il peso è aumentato notevolmente, le incombenze e i lavori sono cresciuti in modo esponenziale, tuttavia non abbiamo più a disposizione quel fondo che, seppur non ricco, garantiva una certa stabilità alla struttura organizzativa degli Ambiti Territoriali Sociali impegnati anche nella gestione di risorse europee ( fondi POR , FAMI, PON) .Per garantire efficacemente tutte le attività e funzioni sociali a cui siamo chiamati, l’Ambito ha bisogno di una stabilità, ora più che mai, vista la crisi che affligge il territorio. Occorre pertanto, garantire solidità a questo apparato che è in funzione già dal 2002, ma che non ha più quella base che gli consente di avere una sicurezza seppur minima. Non si può pensare assolutamente di dare attuazione a tutte le attività sociali se non c’è un’organizzazione che se ne occupa».